Il secondo giorno meteorologicamente parlando mi conferma ancora una volta che la Guadeloupe assomiglia a una qualsiasi regione della Francia a nord di Parigi.
Il tempo è stato inclemente. È diluviato per tutto il giorno. Qualche sprazzo di luce e di sole mi ha dato l’occasione per un bagno veloce nell’atlantico davanti al Club Me(v)d.
Che ossimoro! Insomma, facevi due passi sotto il sole ma dovevi trovare un riparo negli altri successivi due perché diluviava e così via.
Così, abbiamo cercato di sopravvivere a questo tempo incerto, più che incerto, disastroso. Carlo ha scoperto il wifi, a pagamento, ‘sti marcioni del Me(v)d, che poi non funziona neanche bene.
Io ho sfidato tutto, tempo e la ragione, e mi sono inoltrato a piedi nell’entroterra fino a quando non è diventato buio completo.
Dopo di che mi è toccato rimanere al Club tra variegate umanità di coppiette francesi che bellamente si inabissavano nell’alcool dando il brutto esempio a mio nipote che si è scolato non so quanti cocktail, dopo aver scoperto tra l’altro l’all inclusive. Ok, con oggi credo di essermelo giocato.
Memorabile la scena della milf che inciampa e rovescia tutte le tartine di olive sul collo di mio nipote, il quale non fa una piega, e lancia un impropero, non propriamente riferibile.
Ho dovuto raccontare questo episodio perché sono ancora per terra a ridere talmente buffa la situazione alla quale ho assistito mio malgrado.
Però sono stato buono. Ho chiesto alla Serena, la receptionist italiana, occhi sgranati come la Carfagna, di prepare un gateaux di anniversario per Carlo. Felicissima, la ragazzetta, con una telefonata velocissima con la cucina, mi annuncia che il dolce sarebbe stato pronto per la cena.
Il petit gateaux è stato portato in trionfo da una scorta nutrita di animatori del Me(v)d, i quali, dopo aver circondato mio nipote, gli hanno cantato buon compleanno in versione italiana e successivamente in francese. Le tre candeline, beh, credo non sapessero quante prepararne.
E adesso, dopo una serata di eccessi, di alcool, di musica degli anni ’80, e di strafighe da paura, l’ho lasciato da qualche parte su una poltroncina tra la piscina e la zona disco. Spero che trovi la camera dell’albergo.