Al porto di Nynäshamn sono arrivato con un’ora e mezza di anticipo. Ufficialmente dovevo presentarmi un’ora prima ma l’ansia di perdere il traghetto mi ha fatto arrivare ai cancelli moooolto prima. Tutti belli tranquilli in attesa di essere ingurgitati nel grande pancione della nave. Fossimo stati in Italia ci sarebbe stato un rombo di motori, un concerto di clacson, un ruggito dai tubi di scappamento, imprecazioni e roba varia. No, qui tutto tranquillo, i vecchiettini che a momenti ronfano sull’auto. Io ero agitato, non vedo l’ora di partire.

Dopo tre ore di viaggio lentissimo, nella luce crepuscolare del Baltico, su un mare anch’esso sonnolento, arriviamo finalmente a Visby. Sgaso e punto direttamente all’albergo. Era buio, cosa avrei mai potuto vedere?

Qui nessuna reception, nessuna scatola magica. La chiave era all’interno della stanza 31, la cui porta d’entrata era aperta. Insomma, gli svedesi non vogliono vedere e sentire nessuno. Basta la carta di credito e tutto è permesso.

Sono entrato in uno stato catatonico ronfando alla grande cullato dalle onde del mare che si percepivano proprio poco fuori la finestra. Un piacere…

Stamane il cielo era proprio brutto. Pensavo che reggesse. Dopo aver puntato per l’isola di Fårö, alla prima sosta, vicino ad un lago, mentre ero sulle passerelle camminando sulle acque (un po’ come a Montisola con l’opera d’arte di Cristo), iniziano i primi goccioloni. Non ho fatto in tempo ad allungare il passo perché sarei finito direttamente nel lago, mi sono ritrovato completamente bagnato.

Mi sono asciugato con l’aria calda della mia Volvo che è veramente strafiga. Mi aspetto che faccia il caffè e poi fa tutto. Ho preso la chiatta che mi ha trasbordato sull’isola di Fårö che è veramente bellissima. Nulla da dire, anche col brutto tempo. Altro scroscione sulla spiaggia e un altro ancora mentre visitavo il faro nella punta settentrionale dell’isola. Ormai ero rassegnato.

Nel primo pomeriggio, ormai sconsolato, inizia un timido raggio di sole, finalmente vedo le bellissime formazioni calcaree e mi godo dell’aria fresca e pulita. Peccato che ci fosse l’intera Casa Prina. Ormai era pomeriggio inoltrato. punto direttamente alla città di Visby. Dovevo farlo, non posso vivere solo di natura. E non me ne sono pentito, città spettacolare, splendida, perfetta, soprattutto con un cielo azzurrissimo, Sembrava una cartolina. Una piccola Tallin che dava il meglio di sé. Me la sono goduta proprio tanto. Spettacolare…