Mi sono alzato di mattino presto, circa le 7. Ho deciso di andare di Lourdes. Avevo abbandonato l’idea perché troppo lontana, ma dopo aver avuto la Jeep, dopo aver consultato le previsioni meteo che davano praticamente un bellissimo tempo, dopo aver visto le webcam dei principali passi dei Pirenei, mi sono avventurato per i circa 350 chilometri.

Ho affrontato le reti autostradali della periferia di Barcellona con un traffico sostenuto ma certamente fattibile e senza coda. Ho imboccato l’A2 per Lleida. Dopo una cinquantina di chilometri vengo avvolto da una densa nebbia che non mi lascia neanche dopo aver varcato il confine dell’Aragona. Era tutto bianco. I miei ricordi di viaggi passati erano con un cielo perfettamente sereno e con una visibilità assolutamente perfetta. Dalla cattedrale di Lleida si poteva spaziare lo sguardo per metà Catalogna… Dai paesini di Huesca si potevano ammirare i Pirenei. Oggi, niente di niente.

Per fortuna che il traffico ormai era inesistente e che l’autostrada era sostanzialmente diritta. Esco all’altezza di Barbastro. E prendo l’A138. Si inizia a salire e poco dopo tutt’ad un tratto la nebbia sparisce per incanto. E la meraviglia si svela davanti a me. I Pirenei bellissimi, imbiancati, che abbagliano, il cielo terso come lo avevo conosciuto. Fa un freddo porco ma alla fine sono meravigliosamente felice del cielo e del tempo. Tiro fuori la grinta della Jeep, sfido la strada e non temo nulla.

Mi fermo in un paesino, dal nome un po’ particolare – AINSA -, arroccato su una collinetta. Ha un nucleo storico corposo e una Plaza Mayor ben delineata. Mi sgranchisco le gambe, Tiro fuori tutto il fiato che ho e arrivo sulla sommità del Castello. Lo spettacolo è veramente ineguagliabile. Sono catapultato veramente nel Medio Evo. Non c’è nessuno, nemmeno un turista. E’ tutto deserto. Mi sento euforico. Ritorno giù dalle scalinate ciottolate e temo di ruzzolare. Ma non c’è niente che mi ferma se non la pastelleria dove mi ci fiondo per scaldarmi con un cappuccino veramente schifoso e un dolce. Mi sento rigenerato.

Tiro fuori tutta la forza della Jeep, arrivo al valico francese senza fatica, cullato dal sole piacevolmente caldo. Faccio foto, mi guardo attorno, ammiro le anse di un fiumiciattolo, mi infilo nel tunnel…

E di là… l’Occitania, la regione degli Alti Pirenei, mi accoglie con una valangata di neve. Tutto è bellissimo, neve, neve e neve. Sono solo io che percorro la strada. La discesa è più faticosa, temo il ghiaccio, non c’è il sole che scalda. Sono prudente sui tornanti, non mi distraggo fino a quando non prendo l’Autostrada dei Pirenei. E così in volata, gli ultimi cinquanta chilometri, li faccio a tuono. Arrivo a Lourdes. Mi ricordo dei miei dieci anni, ripenso a quell’esperienza che, devo dire, non mi ha poi così cambiato, ma pur sempre fa parte della mia vita… Trovo tutto chiuso, nessun turista. Meglio così. I parcheggi sono pure gratuiti. Entro nelle vie centrali che hanno il varco aperto e arrivo alla Basilica…