Ormai la cassiera del “café” del Centro Commerciale Jumbo ci conosce e oggi quando ci siamo presentati non ci ha chiesto niente. Sapeva cosa avremmo ordinato: pain au chocolate, café long e lait chaud, seulement lait. Oggi però al posto dell’aglio nel locale, c’era odore di curcuma. Ma come si fa solo a pensare di fare colazione in un posto del genere? Ma fa niente dovevamo farcene una ragione.

Mater poi si è fiondata nel Centro Commerciale. Mica è andata a prendere solo la baguette e il jambon per il pranzo di oggi? No, ovviamente! Si è girata tutti gli scaffali disponibili. Poi il fatto di non sapere il francese, la incuriosiva ancor di più. E ogni oggetto me lo indicava e mi chiedeva che cosa fosse. Ma dundio, quello è shampo, quella è una baguette… Il francese era il meno. Bastava guardare la confezione. Inutile dirle che non eravamo alla Esselunga. Mi ha bellamente ignorato mentre vagava per il reparto casalinghi. Ho gettato la spugna e mi sono accodato, traducendole ogni cosa. Ma sì, Mater! Girati quello che vuoi, dovrai avere ancora un po’ di pazienza per altri due giorni e poi questo supplizio sarà finito.

Noto, all’uscita del negozio, un cartello di divieto di appendere manifesti. La cosa buffa però che la legge di riferimento con la quale viene emanato questo divieto risale addirittura al mille ottocento e qualcosa. Ma cosa mai dovevano appiccicare in quel tempo i francesi e nel caso specifico i mahoriani?

Cose buffe. Facciamo benzina. Col bancomat! Mi sembra così surreale che esista il distributore con questo servizio. La pre-autorizzazione però è solo di 75 euro e non 101 come da noi. L’odore della benzina mi ha ubriacato così tanto che pensavo di essermi calato un po’ di acido. Ma cosa ci mettono? Comunque prezzo italianissimo: 1.890 per litro.

Ci portiamo a Mamoudzou e mi sorprendo, per la terza volta, che non ci fossero fila di auto. Poi mi ricordo che oggi è sabato e che tutto sommato è plausibile. Non si lavora, non ci sono scuole. Si va tutti al mare. Che poi, su un’isola… Ci portiamo a sud, però prima una sosta tecnica al porto turistico per vedere da dove partirà la nostra barchetta il lunedì giorno. Ovviamente nessuno sapeva nulla e riusciva a darmi indicazioni in francese. Ho lasciato perdere perché tanto è completamente inutile farsi comprendere e capire soprattutto la loro lingua che è sì ufficialmente francese ma inframezzata da mille altre parole provenienti da chissà dove.

Però almeno ci gustiamo una bellissima immagine del centro della capitale, con al centro la gradevole costruzione gialla dell’Ufficio Turistico. E di giorno, con la luce di oggi, il cielo azzurro e il verde del mare, insomma la città oggi mi è piaciuta davvero tanto. Ci portiamo così definitivamente a questo punto estremo di Mayotte, nell’unico angolo dell’isola ancora inesplorato, il sudovest. Ci mancava proprio questo per finire completamente il periplo dell’isola. In fondo non è molto grande.

Lasciamo Sada con il Mont Saint Michel senza il Saint Michel alle nostre spalle. Mater la stavo perdendo ieri in quelle sabbie mobili; mi aveva accusato di essere incosciente e che sarei potuto morire. Evvabé. Il problema dei turni del 118 non è mio. Costeggiamo tutto il profilo occidentale. Il monte Choungui ci indica la strada e ci segue. Arriviamo alla spiaggia Thaiti, facciamo alcune foto, c’è bassa marea per cui ci può addentrare dentro la laguna per un bel po’. Il riflesso dei monti nelle pozzanghere è qualcosa di incantevole. I mahoriani si sono già impadroniti dei barbecue, visto che è sabato, dunque festa. Si alzano fumi dalle grigliate così dense che sembra ci sia nebbia. Le nostre grigliate sono cose da pivelli.

Scendiamo sempre più giù, scolliniamo il passo del monte Choungui. In un’altra situazione, molto probabilmente sarei salito su per la cima, ma sono stato costretto a rinunciare per non mettere a repentaglio la sicurezza mia e di mater. Non tanto per la fatica di salire ma per i rischi connessi ai fattori sociali e di aggregazione. Pazienza.

Così, una volta arrivati alla punta meridionale dell’isola, ci siamo fermati nella bellissima spiaggia N’Gouja, dove si trova il Jardin Mahore, l’unica struttura davvero turistica su tutta l’isola … Mi fiondo nelle placide acque turchesi e faccio snorkeling per un paio d’ore. Mater è in apprensione. Io invece bello pacifico ad ammirare il mondo sommerso della laguna…

Pranzo direttamente in spiaggia; baguette e jambon comprati alla mattina al Centro Commerciale Jumbo. Mangiamo con avidità, per fame più che altro, e tempo di addentare il nostro boccone che i lemuri compaiono alle nostre spalle. Hanno quella faccia affranta, tipo gatto degli stivali in Shreck. Vuoi non dargli mezza baguette? Mater viene completamente assalita da questi esseri e pretendono un pezzo, anzi se lo prendono direttamente dalle mani di Mater. Non fanno tanti complimenti. Allungano la zampa e ti rubano il pezzo dalla mano e placidamente stanno li a mangiare il loro boccone, sulle spalle, sulla testa, ovunque capiti. Loro sono tranquillissimi e placidi, un po’ come il mio Jake. Credo che potranno forse tenersi compagnia.

Faccio un book fotografico. Mi annusano, leccano l’obiettivo, sia mai qualcosa di dolce o da mangiare. Scappano soltanto quando ci sono i bambini, i quali pensano che siano dei giocattoli. Si dileguano proprio… e io rimango senza i miei animaletti preferiti…