Dopo il lungo viaggio in Bosnia, sfidando il clima, la geografia e tutte le avversità, e rinunciando pure alla visita di Zagabria, siamo arrivati nello chalet in territorio Sloveno proprio a ridosso del confine con la Croazia. Lontano dalla città, dagli agglomerati, in mezzo al nulla ma sufficientemente vicino all’autostrada. Jake è impazzito di gioia saltando sulle erbose colline, io osservavo il tramonto e Mater è sprofondata sul divano addormentandosi all’istante.

Ho scelto proprio bene questa volta. Abbiamo cenato in un ristorantino poco in basso e ovviamente io ho deciso per una spettacolare ljubljanska di manzo. E poi a nanna.

La giornata di oggi è stata una passeggiata lungo la Slovenia, un percorso relativamente breve, rispetto ai giorni precedenti. Il proprietario dello chalet ci ha consigliato di visitare Kostanjevica un pugno di case su un’isola incastonata nel fiume Krka, un borgo immobile che conserva il fascino dell’ottocento.

Tempo di fare alcune foto, poi siamo andati oltre fermandoci a Novo Mesto. Una cittadella anche questa abbracciata completamente da un’ansa del fiume. Spettacolare, il tempo sembra essersi fermato. In un bar abbiamo fatto colazione, ingollandoci delle brioche delle Tre Marie e bevendoci un cappuccino un po’ annacquato. Jake ha fatto colpo sulla barista, gli ha offerto dei croccantini disdegnati come suo solito. Se lo è toccacciato tutto e baciato.

E poi una sosta a Ljubiana, la sorella minore di Salisburgo, un po’ più tranquilla e sonnolenta. La piazza del mercato e il centro storico erano baciati dal sole. Ho cercato di fare delle fotografie a Jake con i draghi di uno dei ponti ma non c’è stato verso. Proprio non voleva collaborare. Quando fa così… Ci siamo scaldati al sole ma c’era ancora freddo…

Alle cinque eravamo ormai sul suolo italico…