Dopo aver ritrovato l’auto – mi ero allontanato quasi un chilometro da dove l’avevo parcheggiata – ormai semisommersa dalla sabbia, entro trionfalmente in Corralejo. La polvere è dappertutto, la sento anche nelle mutande. Non c’è il liquido per lavare il parabrezza. Arranco per la tangenziale sforzandomi di vedere oltre il vetro. Spero che qualche vecchietto non voglia dare il proprio addio a questa vita sotto la mia cinquecento.
Al ristorante questa volta, con tono deciso, mi faccio sentire. Non mi interessa pagare di più ma almeno non trattatemi come un mendicante. Beh, le crocchette sono diventate due, DUE, altro che particella di sodio. Mi hanno portato l’humus, un quintale, probabilmente dovevano finirlo, ricoperto da una variegata miscellanea di cubetti colorati di carote e altre verdure.
I cannelloni, fuori menù mi ispiravano. Ok, ma non erano certo come i nostri. Insomma, gli ingredienti dovevano ancora miscelarsi tra di loro e una buona mezz’ora di forno poteva essere l’ottimale. Ma va bene così. E infine la panna cotta coperta da una vellutata di frutti di bosco. Buona, davvero.
Soddisfatto della cena, mi lascio andare sul letto e inizio a ronfare di filata.
Oggi, per il mio compleanno, avevo il traghetto alle 10,45 per Lanzarote. Tempo di una breve colazione e una passeggiata sul lungomare della Bristol Playa, che mi trovavo già al porto.
Corralejo è brutta, ancor di più dal porto. Ma ho tenuto questi pensieri per me.
Ho cercato il traghetto. Mi stavo imbarcando su quello sbagliato ma dopo un paio di imprecazioni da parte degli addetti del porto, mi incanalo nella corsia giusta. Sono proprio stordito.
Il tempo diventa sereno. Il mare è tranquillo, la traversata è davvero una passeggiata. Trenta minuti e ti trovi a Playabianca, un’altra Corralejo, ma molto più turistica, vivace e rampante.
Il sole è accecante, il bianco delle case pure. Non voglio perdermi nella cittadina, attorniata da una moltitudine di case vacanziere. Mi sposto subito in periferia, trovo un faro, meno bello di Toston, e incomincio ad assaggiare l’atmosfera di Lanzarote.
Dopo un’ora, per forza di cose, mi ritrovo nel centro di Playabianca e devo dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso. Insomma, certo è un posto turistico ma ha qualcosa di vero e autentico. Le case bianche, i vicoli stretti, il lungomare più raccolto erano decisamente migliori di Corralejo.
Ed ecco dedicarmi del tempo per il mio compleanno. Trovo un barber shop, non una pelequeria, come ce ne sono a migliaia in giro, proprio accanto a un negozio di tatoo, la cui insegna mi inquieta: il tuo dolore è il mio piacere. Ma puoi? Giuro, guardate le foto.
Mi taglio capelli e barba.
Dovevo farlo, era un come un regalo: ieri vedendomi nel video registrato, mi sono detto che non andava bene così. La barba sfatta, i capelli in disordine…
Nel locale poco turistico, due ragazzi marocchini mi danno il benvenuto. Sono gentili e in poco meno di mezz’ora ero bello, pulito e profumato.
Grazie mille, glielo ripeto almeno tre-quattro volte.
Così, ormai contento, mi perdo per la cittadina.
Sul lungomare, un papagallo mezzo addormentato è un’attrattiva. Mi faccio un selfie con il pennuto. Lo sveglio con un dito ficcato nell’ala ma lui niente. Rificco le dita per ben due volte, mi guarda con odio, ma almeno siamo pronti per il selfie. Ed ecco che dopo lo scatto ritorna nel suo stato catatonico.
Dopo un’ora, decido di portarmi all’albergo ma ci sono troppe cose che catturano la mia attenzione. Le saline, proprio accanto all’autostrada. Mi fermo al parcheggio del mirador. È una piacevolissima passeggiata lungo il bordo di quello che era un vulcano. Il sole a picco mi scalda per bene.
Poco dopo mi fermo a Yaiza. Non gli avrei dato che due centesimi, invece è un grand bel borgo, pueblo, che si dirama attorno alla piazza della chiesa e del municipio. Casette bianchissime, accecanti, poca gente. Tempo di fare alcune foto, che entro nel primo supermercato.
Prendo qualcosa da mangiare ma soprattutto il dolce per festeggiare il compleanno, una ciambella e un’eclair alla crema, venuto male. La baguette col formaggio la divoro nella piazza principale della città, il dolce nel balcone del mio albergo ammirando il paesaggio.
Un posto oltre ogni aspettativa. Un albergo bellissimo, proprio di fronte al mare e alla piscina. Uno spettacolo per il mio compleanno. Mi perdo poi per i sentieri di questo villagio di pescatori. Vado a vedere il lago verde e mi incammino lungo la litoranea del parco naturale. Ovviamente i sentieri sono segnati bene, ma camminare tra la lava non è proprio la cosa più facile…
E alle 18 il tramonto, non spettacolare, ma completo, il sole che si perde nell’oceano atlantico… Tanti auguri.