E fu autunno sulla tua tomba

Dopo 15 anni di cieli sereni e azzurri, estati interminabili, oggi finalmente un cielo grigio e una piogerellina insistente. Un tempo consono per l’autuno. Anche quest’annosono venuto a Varese. Ho cercato di non avere fretta, di fare le cose con calma, di seguire il ritmo del tempo senza forzarlo. Ho comprato il solito vasetto di fiori alla Esselunga, ancora gocciolanti, e poi a Malnate ho fatto colazione. Avrei potuto saltarla per guadagnare tempo, ma alla fine è andata bene così. Ho trovato miracolosamente parcheggio in centro e con calma mi sono diretto all’unico bar disponibile. Ovviamente Jake mi ha seguito sornione, con un passo strascicato: lui sì che sa godersi la vita, a differenza di noi poveri umani. Dopo colazione, mi sono recato al cimitero. La piogerellina sottile mi ha fatto compagnia lungo i viali contornati da cipressi.

Non avevo più un punto di riferimento. L’albero vicino alla tua tomba era stato capitozzato senza grazia, dimezzato, tagliato a metà. Perciò ho fatto fatica a trovare la tua tomba, come sempre è stato. Quest’anno l’ho trovata disadorna. A parte i due angioletti e il fiore di cristallo, non c’era altro. La scritta sulla lapide era sempre più scolorita, mentre la foto mi guardava ma ho fatto finta di non guardarla a mia volta. Temevo di essere giudicato. Non ho perso tempo. Ho tolto la plastica che copriva il vasetto e l’ho posato sulla tua tomba. Movimenti veloci, pochi gesti. Ho tolto quelle gocce di pioggia sulla tua immaginetta e niente, mi sono alzato e me ne sono tornato.

Finalmente ho esaurito il mio compito, serenzo, tranquillo, senza una lacrima, senza pensieri strani, senza rimorsi e me ne sono tornato.


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