Levataccia, senza però aver perso la mia alba delle 7.15. Ci lanciamo giù con le valigie lungo quei 200 metri che ci separano dal porto. All’andata il taxi ci aveva chiesto ben 10 euro. Stica, per quattro passi.
Infatti in cinque minuti netti ero di fronte al pontile di imbarco, con notevole anticipo, causa ansia di Mater.
Alcuni problemi risolti con il cambio dei biglietti e prendiamo il tanto agognato Platone che ci avrebbe portato a Stromboli. Prima però, tappa a Salina, Panarea e infine a Stromboli. La fermata di Ginostra l’abbiamo completamente mancata per l’importante risacca che non ci permetteva di attraccare al molo.
Il tassista con un buggycar elettrico è venuto a prenderci per sfrecciare nei vicoli strettissimi di Stromboli. Ho rischiato più volte di lasciarci il gomito negli incroci, ma poi siamo arrivati sani e salvi al villagio Stromboli.
In realtà aveva pochissimo del villagio, sembrava di essere in una certosa con le celle per i frati e chiostri lungo i quali deambulare. Infatti una bella madonna di Fatima troneggiava al centro di uno dei tanti microscopici chiostri. Anche le stanze piccoline, sembravano le celle dei frati, ma non mi importava. Erano molto affascinanti lo stesso.
Mi sono subito scapicollato a rotta di collo scendendo i gradini per arrivare alla spiaggia. Peccato che ci fossero enormi sassi lavici altamente instabili che rotolavano sotto il mio peso. Ho rischiato la vita lameno un paio di volte prima di arrivare in prossimità del mare.
E poi mi sono perso nei vicoli dei piccoli agglomerati delineati da muretti elevati che nascondevano delle bellissime casette perlopiù a forma di parallelepipedi.
Non c’è niente, oltre al vulcano a Stromboli ma il bello è proprio questo e la speculazione edilizia tutto sommato, proprio grazie a Iddu, si è contenuta. E non sembra di essere in un posto di caciaresco posto vacanziero. Tutt’altro.
Non ci sono auto, non ci sono lampioni così che l’isola sprofonda in un buio totale. Rischi di essere arrotato ad ogni passo e devi tirare in dentro la pancia.
Dopo aver fatto avanti indietro un paio di volte nelle due vie principali, potevamo ritenerci soddisfatti del footing quotidiano.