The wall


In una stanza d'albergo a Los Angeles, Pink, famosa rockstar con problemi di droga, sta guardando alla TV un vecchio film di guerra grazie al quale rivive i momenti più significativi della sua tragica esistenza: il padre morto nella seconda guerra mondiale quand'egli era ancora in fasce, il crudele maestro di scuola, la madre iperprotettiva, la moglie infedele e le stupide groupies che darebbero l'anima per stare con lui.

Tutti questi avvenimenti non hanno fatto altro che erigere intorno a Pink un muro psicologico che lo protegge dalle altre persone, ma che col passare del tempo lo soffoca. Pink, dopo avere portato con sé in albergo una groupie e avere distrutto la stanza, pone l'ultimo mattone nel muro, chiudendosi del tutto nella sua follia. Le persone che organizzano il tour lo trovano in condizioni disumane e, dopo averlo rimesso in sesto, lo trascinano a un concerto che sembra una parata nazista.

Qui Pink marcia, seguito da agguerriti skinheads, sulle altre persone, raggiungendo il culmine della pazzia; poi, stanco di questa allucinante situazione, si autosottopone a un processo in cui tutti i personaggi significativi della sua vita, rappresentati come grottesche creature, l'accusano delle sue infamie.

Alla fine il giudice Verme impone a Pink di distruggere il muro, riesponendolo così al mondo reale.

Strafamosissimo, ci sarà un motivo, sicuramente. Uno dei più bei film visto nella mia vita. Tutto bello, qualsiasi cosa, le immagini, le canzoni, Bob Geldof e i bellissimi cartoni animati di Gerard Scarfe. Tutto, ma proprio tutto.