Vita di PI


L'intera storia è raccontata dal punto di vista di Pi da adulto, al quale uno scrittore si rivolge in cerca di spunti creativi e potenzialmente interessato a trarre dalla sua vicenda un libro. Inizia così il lungo flashback che dura quasi tutto il film.

Piscine Molitor Patel, detto Pi, è un diciassettenne indiano che vive in una città della parte francese dell'India, Pondicherry, con il padre, la madre e il fratello maggiore Ravi. Pi è nato all'interno di uno zoo, creato in un vecchio giardino botanico di proprietà di suo padre, che ospita numerosi animali, tra i quali il "pezzo forte" è una tigre del Bengala di nome Richard Parker. In realtà la tigre si sarebbe dovuta chiamare "Thirsty" (assetata), ma per un errore di trascrizione le venne assegnato il nome del cacciatore che l'aveva catturata. Nel film viene spiegata l'origine del curioso nome del ragazzo: l'amico più caro del padre, esperto nuotatore e considerato come uno zio dal ragazzo, suggerisce di chiamare il piccolo con lo stesso nome della piscina pubblica di Parigi (piscine Molitor), a suo avviso la migliore piscina delle molte in cui abbia nuotato: Piscine, una volta cresciuto, decide però di abbreviare il proprio nome in Pi, per evitarne le storpiature con cui i compagni di scuola non smettono di deriderlo ("piscione, pisciasotto..."). Per imprimere meglio il proprio nomignolo nella memoria dei compagni, impara a memoria numerose cifre decimali del Pi greco, riempiendone alcune lavagne e diventando così famoso come "il ragazzo del Pi greco", Pi. Egli è un ragazzo sensibile e si interroga a fondo sulle religioni, arrivando a seguirne tre contemporaneamente (Induismo, Cristianesimo e Islam).

Il padre, uomo razionale e scientifico, dichiara che seguire tante religioni equivale a non seguirne nessuna, invitando il figlio a fare affidamento prima di tutto sulla sua razionalità. Inoltre, tra i numerosi pensieri di Pi si fa largo anche l'idea che anche gli altri animali abbiano un'anima, non solo gli esseri umani. Volendo però dimostrargli che gli animali ragionano in modo diverso dall'uomo, il padre, una volta sorpreso il figlio intento a tentare di nutrire Richard Parker (che sembrava tranquillo), lega una capra viva alle sbarre della cella della tigre e mostra a Pi con quale violenza essa venga uccisa e divorata dal felino. La lezione è che gli altri animali non hanno un'anima e non possono quindi essere amici dell'uomo. In seguito Pi, diventato adolescente, si innamora di una ragazza, incontrata in una scuola di danza tradizionale, dove il giovane suona il mridangam e la fanciulla fa parte delle danzatrici. Di fronte alle crescenti difficoltà economiche, il padre di Pi decide di trasferirsi con tutta la famiglia in Canada, dove potrà vendere gli animali dello zoo e cercare un nuovo lavoro. Il nucleo familiare si prepara dunque a lasciare per sempre l'India, imbarcandosi su una nave mercantile diretta verso l'America.

La traversata non si rivela facile. Il padre è costretto a imbottire gli animali di tranquillanti, per evitare che possano soffrire il mal di mare e innervosirsi. Inoltre durante la prima sera, la famiglia ha un alterco con lo spocchioso cuoco della nave, il quale si rifiuta di servire alla madre di Pi e ai suoi figli, che per motivi religiosi non possono mangiare carne, un piatto vegetariano. Durante il pasto, si avvicina loro un marinaio che, presentandosi come un buddista felice, racconta loro di come gli sia bastato mangiare il riso accanto al sugo per poter mangiare senza violare i suoi principi, in quanto "su una nave il sugo non è carne". Una sera, un'imponente tempesta fa affondare la nave nella Fossa delle Marianne. Pi non fa in tempo ad avvisare la sua famiglia, poiché viene forzatamente calato dai membri dell'equipaggio su una lancia di salvataggio assieme al cuoco. Ma poco prima di essere calato in mare, una zebra piomba sulla scialuppa, rompendosi una zampa e facendo finire in mare il cuoco. Inoltre, Pi vede Richard Parker che tenta di raggiungere a nuoto la zattera, ma riesce a scacciarla con un remo. Nelle ore successive, si scopre che sulla scialuppa si è rifugiata una iena e presto vi sale anche un orango, liberatisi anche loro dalle gabbie durante il naufragio. La iena tenta più volte di aggredire la zebra, ma è ancora stordita dai tranquillanti e fatica a tenersi in piedi. L'orango, il cui nome è Orange Juice, si rivela invece "amico" di Pi, e tenta di difendere sia la zebra che il ragazzo dai continui attacchi della iena. Ben presto però gli effetti dei tranquillanti svaniscono e la iena aggredisce e uccide prima la zebra e poi Orange Juice. Mentre Pi si prepara a scagliarsi sulla iena per vendicare l'amico, improvvisamente dalla coperta della piccola imbarcazione spunta fuori Richard Parker, che era riuscito a salire a bordo, e divora la iena, mentre Pi si getta in mare per sfuggire all'animale.

Pi trova scampo passando le sue giornate su una piccola zattera legata alla scialuppa, formata da soli remi, pezzi di legno e giubbotti di salvataggio, dove tenta di mangiare e dormire. Arrivato alla conclusione che non può rischiare di perdere la vita tutte le volte che cerca di prendere qualcosa dalle provviste rimaste sulla lancia a causa della tigre, Pi piano piano inizia a prendere confidenza con essa e cerca di ammaestrarla, o quantomeno di renderla mansueta. Riesce nello scopo dandole da mangiare dei pesci pescati e da bere raccogliendo acqua piovana, in modo da riuscire a guadagnarne la fiducia.

Dopo avere affrontato un'altra tempesta, la piccola barca giunge sulla riva di un'isola abitata esclusivamente da suricati, che però nasconde un segreto: di notte, a causa di un misterioso processo chimico, ogni cosa diventa tossica (l'acqua diventa acida, uccidendo i pesci che nuotano nelle pozze di acqua dolce) e i suricati sono costretti a rifugiarsi sugli alberi, mentre la tigre si rifugia sulla scialuppa. Pi si accorge della pericolosità del luogo quando ritrova un dente umano all'interno di una pianta carnivora, evidentemente un resto di uno sfortunato predecessore del protagonista. Capisce dunque che non può rimanere sull'isola, e, dopo aver fatto raccolta di provviste, riparte con la scialuppa e la tigre. Finalmente, dopo 227 giorni di navigazione, arriva in Messico, dove le strade di Pi e Richard Parker si dividono: il giovane viene soccorso da alcuni pescatori del posto, mentre Richard Parker scompare per sempre nella giungla, senza rivolgere neppure uno sguardo di commiato al ragazzo. Una volta portato in ospedale, Pi racconta la sua avventura a due giapponesi inviati dalla compagnia assicuratrice che ha il compito di ricostruire il perché la nave sia affondata.

Increduli e insoddisfatti dal racconto del protagonista, i due chiedono di sapere la storia "vera". Allora Pi dà loro un'altra versione del racconto, con persone al posto degli animali. Racconta di essere effettivamente finito nella scialuppa insieme al cuoco, al marinaio buddista e a sua madre. Il marinaio si era rotto una gamba saltando dentro la scialuppa ed era morto pochi giorni dopo. Il cuoco aveva quindi iniziato a usare le sue carni per ricavarne delle esche e poter pescare. Il rapporto tra il cuoco e la madre di Pi era diventato conflittuale, fino a quando il cuoco non l'aveva uccisa, lanciandone il cadavere agli squali. Il giorno dopo Pi aveva ucciso il cuoco e aveva usato il suo corpo per ricavare ulteriori esche e sopravvivere. In tal modo aveva tirato fuori la propria parte malvagia, con cui avrebbe dovuto convivere per tutta la vita. Se i primi tre animali del primo racconto erano, quindi, delle allegorie degli altri tre sopravvissuti al naufragio, Richard Parker non era altro che la rappresentazione dello stesso Pi, il quale aveva dovuto far uscire il proprio lato animalesco e violento, necessario per riuscire a sopravvivere. I due giapponesi ritengono questa storia più credibile, ma visto il barbaro comportamento umano preferiscono avvalorare e verbalizzare la versione di un naufrago che incredibilmente vive per 227 giorni in mezzo al mare in compagnia di una tigre. Difatti Pi fa notare come, alla fine di entrambe le storie, il risultato sia il medesimo: la nave è affondata, nessuno può accertare le cause del naufragio, la sua famiglia è morta e lui è sopravvissuto. Alla luce di questo ragionamento, anche lo scrittore ritiene che la storia con gli animali sia quella migliore da scrivere nel suo libro. Pi risponde che così è anche per Dio, ed esprime anche il suo dolore per il fatto che Richard Parker se ne sia andato ignorandolo, senza nessun gesto di saluto. Al termine del racconto si scopre che ormai Pi è sposato e ha due bambini, un maschio e una femmina, che portano i nomi rispettivamente del fratello e del suo primo amore.

Bisogna avere tanta pazienza, ed essere calmi per vedere questo film. Se si riesce a sopravvivere alla prima parte sulla terraferma, ai decimali del pi greco, al naufragio…. ecco, il resto verrà da solo.

La solitaria traversata dell’oceano con una tigre nella propria scialuppa non sembra poi così male.

Poesia, poesia pura e una fotografia eccellente