Valzer con Bashir


Israele, gennaio 2006. In un bar, il regista Ari Folman, ex-fante dell'esercito israeliano, ascolta il racconto di Boaz Rein-Buskila, un suo ex-commilitone, che gli riferisce di un incubo ricorrente: ventisei cani lo inseguono nella notte, onirici testimoni di quei ventisei cani che l'amico stesso uccise durante varie operazioni di pattugliamento notturne, compiute nei campi profughi palestinesi durante la guerra in Libano del 1982. Folman si rende conto, con stupore, che lui non conserva nessun ricordo di quella guerra, pur avendovi partecipato direttamente come soldato. Più tardi, Folman ha una visione della notte dell'eccidio di Sabra e Shatila, ricordando un episodio di quando si faceva un bagno notturno sulla spiaggia di Beirut con i suoi commilitoni, sotto la luce di alcuni razzi al fosforo che scendevano sulla città.

Si reca allora dal suo amico d'infanzia Ori Sivan, esperto di psicologia, che gli rivela un esperimento di memoria su un falso luna park, facendo intuire a Folman che l'immagine dei suoi ricordi legati all'eccidio è probabilmente frutto della sua immaginazione. Per capire cosa è davvero successo la notte del genocidio, Folman si reca così nei Paesi Bassi per far visita al suo ex-commilitone Carmi Cna'an. Carmi racconta di essersi imbarcato durante la guerra su uno yacht assieme agli altri militari, quando ad un certo punto, dopo aver avuto uno strano sogno, sbarca sulle coste della città di Sidone dove abbatte una Mercedes con all'interno un'intera famiglia innocente. Folman rivela inoltre della presunta visione del massacro, ma Carmi, pur ricordando la guerra, non ricorda però il massacro. Mentre si reca con un taxi all'aeroporto di Amsterdam, ha poi una visione del suo primo giorno di guerra, quando aveva ricevuto da un ufficiale l'ordine di scaricare con un veicolo trasporto truppe M113 alcuni morti e feriti su una spiaggia.

Comincia così ad intervistare altri suoi amici e altri soldati che hanno prestato servizio in guerra, oltre ad una psicologa militare e al reporter televisivo Ron Ben-Yishai. Il racconto di ognuno di essi diventa un flashback, che presenta un frammento sempre nuovo del conflitto.

Questo susseguirsi di testimonianze fa emergere dalla memoria di Folman i suoi ricordi, che diventano sempre più definiti, fino ad arrivare ai giorni cruciali del massacro di Sabra e Shatila ad opera dei falangisti libanesi, di cui è stato testimone oculare. Si rende così conto che la sua amnesia derivava dai sensi di colpa.

Le ultime immagini del film non sono più in animazione, ma sono filmati d'archivio, che ritraggono i cadaveri del massacro in mezzo alle macerie del campo profughi: queste immagini reali, al termine di un film di animazione, colpiscono lo spettatore con una crudezza particolare e nuova.

Un cortometraggio animato per documentare l’eccidio nel sud del Libano con l’appoggio dell’esercito israeliano che era di stanza proprio in quei posti. Un documentario, non un atto di accusa ma pur sempre un momento di consapevolezza in cui il popolo israeliano in qualche modo ammette i propri errori.
Un film grandioso nelle immagini, nella fotografia, nelle musiche. Quasi onorico, ma che diventa poco alla volta realtà con le immagini finali.

Un film bellissimo.