Dicevo, ieri, dopo il volo transatlantico dell’American Airlines, che assomigliava più che altro a un percorso al buio di quelli che organizzano i ciechi, siamo arrivati stravolti ad Antigua.
Siamo pure passati indenni sotto le forche caudine della Homeland Security americana e della Dogana di Antigua, che ci hanno fatto compilare un cartiglio lungo un chilometro. Della serie, hai qualche zucchina che stai trasportando di nascosto? Hai con te più di 10 mila dollari (magari, averceli)… E così mille altre domande di questo tenore.
Ovviamente nessuno è riuscito a compilarlo a dovere, così la fila per uscire dall’aeroporto era pari a quella della Maratona di New York.
Per fortuna che l’Alessandro, un tipo scafato e naso per gli affari, nonché nostro corrispondente, ci ha portati dritto dritto al resort… A momenti ci accompagnava a letto e ci rimboccava le coperte.
La gioia degli antiguani, o come si chiamano, nell’accogliere i turisti è identica a quella quando provi fastidio per la ragade che ti brucia il didietro. Infatti volevo insultare tutti ma mi sono trattenutissimo.
Mater è piombata immediatamente in uno stato narcolettico che non l’avresti svegliata con le cannonate sparate dal forte di San John.
Però alle cinque, era bella sveglia e cercava di far funzionare il wifi che in questo resort è quasi sacro come la pietra filosofale e lo si trova solo al centro del patio della hall. Se ti sposti solo di un micron, addio connessione.
Alle sette meno un quarto ho costretto mater a fare un lungo giro lungo la spiaggia. Fosse stata per lei si sarebbe messa in pole position per accapparrarsi il buffet.
Sul tardi, dopo aver sentito tutte le proposte dell’Alessandro in merito alle attività da fare sull’isola, sono andato a recuperare l’auto in aeroporto. Una macchina scassatissima pagata come un diamante. Ma almeno ci ha permesso di andare in giro per l’isola.
E, putroppo, la prima cosa che abbiamo fatto è stata sentire la messa nella nuova cattedrale proprio di fronte al pronto soccorso dell’ospedale di San Giovanni. Non sapevo bene cosa ascoltare: se il vangelo in spagnolo o il suono della sirena che ogni tanto si alzava prepotente all’interno delle volte della chiesa.
Allo scambio della pace, sono stato abbracciato e toccacciato da una massa informe di vecchiacce,di cui ricordo solo il rossetto e fard…. Aiuto, volevo scappare.
Il pomeriggio lungo le spiagge della zona nord dell’isola, tra i barbecue e l’odore di salamelle grigliate proprio sotto il naso…
Ero indeciso se rubare un pezzo di carne, ammirare la bellezza del turchese del mare o giocare con dei cavalli.
Alle cinque, dopo aver perso per almeno una decina di volte la strada per tornare al resort, mi sono orizzontalizzato per osservare il tramonto, che è durato poco ma era bellissimo.
Ovviamente la prima abbuffata al buffet era d’obbligo…