Due domeniche all’estero però diventano impegnative, soprattutto quando devi soddisfare i desideri di Mater, che non aspettava altro che andare a messa. Sono tornato nella chiesa della settimana scorsa. La cattedrale l’avevo vista ieri per cui non mi sembrava il caso di entrare in Denpasar e respirare tutti i miasmi della città.
La strada è ormai nota a Mater. Questa volta non ho lesinato e ho preso il taxi, anche perché avevo scambiato un bel po’ di rupie al Bali Connection e dovevo per forza spenderle.
Arriviamo nel piccolo piazzale completamente invaso da una miriade di motorini e auto, incastrati come in un puzzle di tetris. Incredibile.
Non volevo seguire anche il rosario, così abbiamo approfittato della mezz’ora libera per visitare un supermercato proprio di fronte ai luoghi di culto. Stavano già allestendo un numero considerevole di alberi di Natale e vendendo decorazioni natalizie. Mater ha dato un’occhiata ai vestiti, ma era poco convinta, i motivi floreali non le ispiravano. Siamo praticamente usciti subito.
In un vicolo, un micione arancione, un bel gattone, si abbeverava da una ciotola accanto al suo padrone.
Alle 9.30, controvoglia, mi sono diretto in chiesa. Mater era tutta baldanzosa, ma l’effetto sorpresa era notevolmente ridimensionato.
La messa è stata soporifera, davvero tanto. Un prete giovane ha fatto una predica chilometrica e mi sono in breve addormentato. Anche Mater ha faticato a seguire il lungo comizio incomprensibile. Alla fine dell’omelia, Mater esclama sottovoce: era ora. Eccicredo.
Un’ora e quarantacinque minuti. Ma non hanno proprio niente da fare questi indonesiani alla domenica? C’era una marea di pupi di tutte le età pronta ad essere benedetta.
Sul piazzale, tutti continuavano a stringerci le mani. Eravamo gli unici turisti e destavamo molta curiosità. Ohhh, Italia, buongiorno, come stai? Roma, Milano. Como, ah, Como football, Fabregas.
Anche una suora dal fondo della chiesa, quasi correndo, è venuta a stringerci la mano. Volete anche un autografo? Eravamo famosi! Quando è arrivato il taxi, c’è stata un’ovazione generale. Non poteva che essere così! Non se ne erano mai visti davanti alla chiesa di Nusa Dua.
Mi sentivo molto Lady Gaga quando fugge dalla folla nella canzone “Paparazzi”. Che belli questi momenti di celebrità!
Ci allontaniamo dalla folla per tornare ancora una volta al Bali Connection. Era la terza volta, anche il giorno prima ci eravamo stato. Ma Mater doveva essere sicura di aver preso gli ultimi souvenir.
E visto che il pomeriggio era tutto per noi, perché non andare in spiaggia? Ho scelto la più bella, dopo la delusione di ieri, quando il mio desiderio di bagno era stato inesorabilmente castrato dalla bassa marea.
Siamo arrivati a Melasti Beach. Un paesaggio da favola, il mare azzurro, smeraldo e limpido, e la spiaggia perfetta. Mi sono tuffatto immediatamente. Il piacere dell’oceano sulla pelle e il sole caldo. Come non godere di questi momenti che non dureranno per sempre…