Candidatura Abbondino 2009

Ecco la lettera inviata per l’Abbondino d’Oro, protocollata mercoledi 23 settembre 2009, sperando che sia la buona volta

Al Signor Sindaco di Como

E pc
Al Comandante Provinciale Guardia di Finanza
Al prefetto di Como
Alla direttrice della Biblioteca di Como
Alla psicologa Gabriella Anania
Al direttore del SSUEm 118 Mario Landriscina

Gentilissimo Signor Sindaco,
con la presente sono qui a candidare per la riconoscenza Abbondino d’oro il libro Stemmi dei Comuni della Provincia di Como.
Il motivo principale di quest’anno, oltre a quelli nella precedente richiesta, è molto profondo.
La presentazione del libro è stata scritta dal compianto Angelo Curtoni, comasco eccezionale, grande giornalista.
Mi ero rivolto a lui per questo: era un uomo buono. Lo ammiravo leggendo i suoi articoli. Seguivo gli interventi sul giornale mettendo sempre in primo piano l’aspetto umano delle vicende di Como. La psicologa terapeuta Gabriella Anania ne parlava sempre con assoluto entusiasmo. Sapevo che, rivolgendomi a lui, mi avrebbe accolto con benevolenza.
Un giorno, a casa sua, gli ho portato le bozze dattiloscritte. Davanti al tavolo del soggiorno, in tutta semplicità, ha voluto capire le motivazioni che mi hanno spinto a scrivere un libro così poderoso, su un argomento di cui nessun comasco si è mai interessato. Gli ho raccontato la mia passione per l’araldica, per le immagini e per la storia locale.
Ho cercato di trasmettergli il mio entusiasmo, le emozioni quando osservavo gli stemmi sui cartelli stradali, dipinti sui muri delle case, stampati sulla carta intestata. Immaginavo quali battaglie un popolo avesse combattuto, in quali castelli si fosse rifugiato l’imperatore nella sua sconfitta, il perché di un cigno nel rogo e il significato di un pastorale. Il Pierino da Cagno doveva essere una leggenda per il suo popolo tale da dedicargli uno stemma; il vescovo fuggiasco trovava rifugio ad Orsenigo e i Magistri cumacini si erano dati, come simbolo, una lumaca, la cui chiocciola rappresentava l’ingegno e l’intelletto artistico.
Mi sono sorpreso dalla foga delle mie parole e Angelo mi ascoltava rapito.
Abbiamo parlato a lungo.
Mi ha raccontato, poi, della sua malattia e del suo ricovero. Certamente la mia posizione di medico l’ha portato a parlarmi dei suoi malanni, ma non si è messo nella posizione subalterna di malato. Mi trattava alla pari, nonostante la forte disparità di anni. Con umanità, senza nascondermi la sua debolezza, metteva in luce un aspetto intimo straordinario.
Sono ripassato da lui, accogliendomi con gioia e buona predisposizione d’animo. Anche in questo incontro, seduti davanti ad un tavolo, mi ha rinnovato il suo stupore per questo libro.
Abbiamo scorso le pagine. Mi aveva evidenziato degli errori, mi aveva sottolineato delle imprecisioni ma soprattutto mi esprimeva la sua gratitudine per avergli fatto scoprire un mondo a lui sconosciuto. Non aveva mai pensato che gli stemmi potessero avere un significato così profondo, li aveva relegati ad un semplice capriccio artistico e niente più. Da quel momento avrebbe sicuramente guardato gli emblemi con occhi nuovi e non li avrebbe più considerati semplici vessilli muti da esibire nelle occasioni.
Ha scritto un epilogo esemplare che allego alla presente lettera ma soprattutto è venuto alla presentazione del libro in Villa Gallia. L’ho sentito veramente vicino ed ero grato a lui per la sua vicinanza, per le sue parole e per il suo interesse.
Non ha mai voluto niente in cambio. Ha semplicemente preteso che lo si trattasse come lui voleva essere trattato: con umanità.
La sua morte mi ha lasciato un vuoto, l’opera stessa che candido è orfana di un sostenitore ed è per questo motivo, più di ogni altro, la voglio dedicare a lui. Il premio a cui anelo ardentemente è per la mia profonda riconoscenza verso di lui.
Lo stesso Mario Landriscina, primario del 118, si era profondamente meravigliato che Angelo Curtoni avesse accettato di presentare l’opera e di scrivere una pagina. Landriscina si è adoperato affinché questa opera venisse accettata tra le candidature alla premiazione. Aveva scritto di suo pugno una lettera per sostenere la mia opera.
Un’opera, ripeto, promossa dalla giunta provinciale e da tutti i sindaci. Ho ricevuto elogi dal Capo dello Stato, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Presidente della Provincia di Lecco e dal Sindaco di Lecco.
Il Comandante dell’Arma della Guardia di Finanza, Rodolofo Meccarelli, ha abbellito l’aula magna della sede centrale, in piazza del popolo, la famosa casa del Fascio, con le immagini degli stemmi di tutta la provincia tratte dal mio libro. Vada ad ammirare la parete: un tripudio di colori e di immagini straordinarie.
Il Prefetto di Como ha voluto partecipare di persona alla presentazione del libro a Parolario tenutasi al Broletto lo scorso anno nonostante dovesse partecipare ad un convegno in cui era stato invitato il vicepresidente degli Stati Uniti.
Il vostro comune ha dato il patrocinio alla presentazione del libro presso la biblioteca cittadina. La direttrice Chiara Milani ha concesso l’utilizzo del salone a titolo gratuito per l’importante valore storico e locale del libro.
Ecco, ora le chiedo: faccia la sua parte, signor sindaco. Riconosca lo stemmario come opera di alto valore culturale che non ha avuto precedenti nella storia di Como e di tutta la provincia.
Ho notato, ultimamente, che lo stemma di Como, ridisegnato con pregevole qualità grafica, campeggia enorme nei cartelloni pubblicitari.
Grazie al mio libro, tutti i sindaci della Provincia si sono interessati al proprio stemma e sono stati affissi laddove non vi era nemmeno la presenza (d’altronde era un obbligo di legge).
In attesa di un vostro riscontro positivo,

Carletto Genovese


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