Con la giornata di oggi, venerdì 5 gennaio, avrei dovuto finire la vacanza. Era da due mesi che avevo preparato questo viaggio. La scelta è ricaduta su Capo Verde proprio per i pochissimi giorni a disposizione, quattro e uno di spostamenti. Non potevo fare molto, anzi era già tanto aver trovato un posto fino a qui, ma, ripeto, non avrei scelto questa destinazione.
Non voglio fare lo sborone, quello che se la tira, anzi, mi sento di essere molto fortunato e ringrazio dio per aver avuto almeno questi quattro giorni e che ho avuto la possibilità di fare un viaggio. Ogni giorno vissuto in questo modo è sempre un passo importante nella mia vita e un gradino verso la soddisfazione personale.
Non voglio fare polemica altrimenti il mio capo non mi lascia in pace, ma due giorni prima della partenza, c’è stato un cambio turno, così improvviso e inaspettato. Ho detto subito di sì e alle 11 di sera ho controllato nel sito della TAP se era possibile tornare due giorni dopo. Detto fatto, senza fatica, basta un click, e senza spendere un euro. Subito ho cambiato. E così mi sono ritrovato con due giorni liberi.
Ho chiesto a Donatella, il giorno dopo, di trovarmi un posto dove dormire. In breve scelgo il Sol Dunas, un resort proprio di fronte al mio albergo. Non ho avuto esitazione a prenotare le due notti qui in questo albergo.
Così oè stato il giorno del trasferimento, non ho fatto nessun giro, sono stato impegnato a chiudere le valige, a fare il check out da una parte e il check in dall’altra. Mater era stressato in particolar modo ma non c’erano altre soluzioni. Abbiamo oziato tra la spiaggia, la piscina e la hall e abbiamo pranzato nel nostro albergo.
Alle due del pomeriggio col taxi, ci siamo fatti accompagnare nell’altro albergo. Chissà cosa avrà pensato il nostro taxista. Esci da un resort per farti portare da un altro. Già.
Il Melià non è lontanamente paragonabile al Riu, questo proprio un resort vacanziero, con strutture bianchissime, un albergo solo di facciata, dove c’è addirittura il Boulevard Beach, caspita, che ti porta dritto dritto al mare. Mi è subito mancato il giardino lussureggiante del Riu. Qui la flora lascia un po’ a desiderare. Nel Riu sembrava davvero un giardino tropicale con una miriade di piante. Qui ci sono questi due blocchi giganteschi semicircolari, come le protesi d’anca e un infinita serie di blocchi di appartamenti. No, non mi piaceva. Mi sembrava una destinazione alberghiera da Viserbella.
Rimpiangiamo tutti e due il Riu, era più autentico, trovavi un’oasi di verde nel quale potevi perderti. Il Melia è più trasandato, lasciato andare. Ma la cosa peggiore era la presenza di bambini. Ovunque che gridavano come ossessi, che correvano all’impazzata e ti planavano addosso. Che irritazione.
Ovviamente alle tre la camera non era pronta, Mater si spiaggia su una poltrona e inizia a ronfare bellamente senza problemi davanti a tutti. La sveglio dopo un’ora quando il fattorino ci porta le valigie nella camera.
Il resto del giorno, lo abbiamo passato sulla spiaggia, dopo aver percorso il chilometrico Boulevard Beach. Stesso mare, spiaggia diversa, con sabbia meno fine e qualche scoglio… Ma almeno il tramonto, anche questa volta non ci delude.