Oggi non ho varcato confini, non sono passato dalle dogane, ho percorso tutta la Catalogna da Ovest ad Est e da Nord a Sud. Dopo la tragedia di ieri che mi ha invalidato la cena, l’unica che avrei potuto fare in quel di Andorra, sono stato schiscio, me ne sono stato accucciato nel letto dello chalet, che ho prenotato, e nonostante il termosifone arroventato a 2 cm, avevo un freddo della madonna. La temperatura è andata ben al di sotto dello zero termico. Caspita!
Alle 7 appena messo piede fuori, ho temuto di congelarmi. Ho sbrinato la Jeep e ho percorso le vallate del Parco Cadì Moixero con calma, in attesa che il sole si alzasse e iniziasse a scaldare. Ho imboccato un lunghissimo tunnel per il cui percorso ho pagato la bellezza di 12 euro, alla facciazza. E non accettavano il bancomat. Solo carta di credito. Ho dovuto litigare a lungo con quella dell’Anas.
Il percorso è stato un’estenuante serie di curve, tutte strette, che dovevi prenderle con la dovuta cautela, prima di precipitare da qualche parte. Il cielo era terso e limpidissimo. Le campagne lentamente si stavano sbrinando. Qualche vacca era adagiata sull’asfalto a bordo strada anziché sul prato. Qualcuna ha rischiato di essere stiracchiata.
Mi sono lasciato alle spalle due città un po’ bruttine, industrialotte con una pesante periferia e mi sono infilato nella Garroccha. A Poblet, un bellissimo borgo, visto soltanto dall’auto, non avevo il coraggio di uscire dall’abitacolo, ho fatto di nuovo benzina, altrimenti avrei dovuto spingere.
Superato il paese di Olot, brutto brutto, ho avuto la consapevolezza che la Catalogna idilliaca, quella rurale fosse definitivamente finita. I due paesini che avrei voluto vedere alla fine sono una mezza delusione. Il primo, Castellfollit de la Roca, era solo scenografico. Bello, arroccato su questa roccia, ma era praticamente proteso verso il ponte dell’autostrada e aveva una periferia peggio di quella di Grandate. Me ne sono scappato subito.
Anche Besalù, all’inizio, pensavo fosse una delusione per la sua cintura industriale, ma poi ha riguadagnato tutti i punti che si meritava una volta arrivato in centro. Una gran bella cittadina, una specie di Bobbio e l’abbazia San Colombano, con un ponte asimmetrico bellissimo. Davvero un posto incantevole dove ho trascorso almeno due ore. Ovviamente negozi tutti chiusi. Nessun turista, città completamente spopolata, quasi spettrale. Non mi dispiace, però la cosa mi inquieta tantissimo.
E così dopo una breve sosta sulle rive di un fiume a scaldarmi e a consumare la mezza baguette, sono arrivato a Tossa de Mar. Proprio per il mare. Nulla da dire, credo che tutti voi sappiate perfettamente di questa nota località turistica, però con un bel castello proprio sul mare…
Ho visto il tramonto e poi mi sono infilato nel solito tour per cercare qualcosa da mettere sotto i denti….