E così ho concluso con le attrazioni turistiche di Creta. Certo, ci sarebbero molte cose da vedere, ma il minimo indispensabile è stato visto. Mi mancherebbero le gole di Samaria, ma davvero non ce la potrei fare 17 chilometri in un botto solo, in mezzo ai sassi. Resterà un desiderio da tenere nel cuore.
Elafonissi dal nostro albergo è veramente lontana, così ci siamo premuniti di partire presto come ieri. Alle 7.30 eravamo già in auto. Il tragitto per la prima parte è identico a ieri, ma dopo Kania ci si può inoltrare nell’entroterra montagnoso e prendere quel gomitolo di strade aggrovigliate su se stesse. La strada ovviamente la dovevi condividere con il trattore, le oche e le caprette. Non potevi andare veloce, rischiavi di tirare sotto qualcuno, soprattutto dopo le curve strettissime.
Il cielo per un certo tempo si è oscurato. Minacciose nuvole si stavano addensando soprattutto tra le vette delle montagne. Ma poi si è schiarito tutto e il cielo è tornato di quell’azzurro che abbiamo imparato a conoscere. Temevo che stesse per piovere. Per arrivare a Elafonisi bisogna superare diversi dislivelli. Era tutto un salire e scendere. Abbiamo attraversato paesini remoti come Kantos ed Elos, dove si potevano scorgere esemplari di variegata umanità cretese.
La strada è asfaltata fino ad Elafonissi ma gli ultimi diciassette chilometri sono una discesa vertiginosa verso il mare. Se non ti funziona il freno, ti ritrovi proprio sotto l’ombrellone secco e disteso. La località non è strepitosa come la Laguna Blu che dall’alto la si poteva vedere tutta e che dava il meglio di sé. Elafonissi la si scopre poco alla volta quando hai parcheggiato e inizia a disvelare le lunghe distese sabbiose, in alcuni tratti la sabbia è completamente rosa dovuta all’erosione dei coralli. Uno spettacolo incredibile trovarsi in mezzo all’acqua per superare l’istmo e giungere sull’isola.
Io mi sono incamminato a piedi sulla sabbia che a mano a mano diventava consistente con dune che sembrava di essere in un deserto e a fatichissima sono riuscito ad arrivare alla piccola chiesa nel punto più alto da dove potevi scorgere tutto il luogo. Bellissimo se non ci fosse tutta quella distesa di bagnanti. Ad ogni ora arrivavano sempre di più orde di bagnanti. Sembrava la sagra dell’ombrellone.
Nel primo pomeriggio. Dopo aver imboccato una strada del tutto non fattibile per l’auto, abbiamo imboccato quella giusta e ci siamo portati verso Cania. In mezzo alle gole e ai canyon ci siamo fermati in una trattoria greca. Io a prendere lo yogurt greco con il miele. Tradizione cretese e devo dire di averlo apprezzato molto. E così ci siamo diretti verso l’albergo costeggiando la National Road senza imboccarla, così abbiamo visto dei paeselli affascinanti, poco turistici, le cui piazze principali erano piene di tavolate attorno alle quali si attardavano i vecchi e le signore del posto.
A Georgiuopolis, a pochi chilometri dall’albergo, siamo riusciti a vedere la piccola chiesetta in mezzo al mare. Solo da lontano perché dovevi percorrere un tragitto sugli scogli particolarmente insidioso e non volevo finire come pasto per i granchi… Che poi dovevo chiamare la guardia medica, a pochi metri. Quasi quasi mi trasferisco qui.