Come ultimo giorno non c’è molto da dire.. Abbiamo organizzato il ritorno con molta calma, tanto il volo era alla sera.
La pioggia ci ha svegliato, nuvoloni neri hanno scaricato tanta benefica acqua, della quale su quest’isola c’è molto bisogno. Una bambina raccoglieva le lumache dal vialetto e le deponeva ai lati, in prossimità delle aiuole.
Ho approfittato del tempo a disposizione per andare ad Argiroupoli, un paesino arroccato sulle pendici della montagna dietro l’albergo, ben protetto e poco esposto alle condizioni meteorologiche. Il luogo, a quanto pare, più fresco di Creta. Però vederlo con la pioggia non è stato molto entusiasmante.
Ho deciso pertanto di prendere direttamente la National Road, intasata come nei peggiori momenti del girone di Como. Dopo una ventina di chilometri, il cielo è diventato di un azzurro, ma così azzurro, che ero così meravigliato dal repentino cambiamento.
Sono arrivato ad Heraklion, provando una certa repulsione. Ho parcheggiato Mater ad Ammoudara per l’ultimo giro di negozi e poi in downtown per un più ultimo shopping. Ecco come mi sono sacrificato! D’altronde dopo le sfacchinate che le ho fatto fare in questi giorni…, dovevo farmi perdonare un pochino. Il cielo era bello, il mare verdissimo e il centro di Heraklion per un momento mi è sembrato accettabile e anche bello. Ma giusto un momento.
Finite le compere, visto che il tempo bello era ormai incerto, ho deciso di farmi ancor più male, passando da Chersonissos. Lo so, postaccio turistico della peggior specie, ma non c’erano altri luoghi decenti per cui far passare il pomeriggio. Tempo di mangiare un’insalata, ormai il tempo era bruttissimo e minacciava temporali.
Ci siamo portati all’aeroporto di Heraklion, sottodimensionato ma devo dire molto efficaci. Ovviamente nessun controllo, o meglio i controlli erano fittizi. Davvero, potevi mostrare il QR code qualsiasi che andava bene tutto. Il green pass è forse una cosa che esiste in un altro mondo. Il plf non lo hanno nemmeno considerato.
Finita l’avventura a Creta.