In questi giorni ho mangiato tanto, non perché fossi particolarmente affamato, semplicemente perché le porzioni erano gigantesche. Il piatto di moussaka pesava almeno cinque chili. L’insalata era sufficiente per nutrire un intero gregge. La fetta di dolce offertami gentilmente dalla locandiera era praticamente mezza torta con una circonferenza di un metro. Sono uscito di nuovo esausto. Avrei voluto fare una passeggiata, ma il vento ha spazzato via ogni buon proposito.
Prima di stramazzare sul letto, sono andato a fare il pieno all’auto, dato che stamattina dovevo alzarmi presto e non ero sicuro che i distributori fossero aperti. Ero completamente terrorizzato dalla compagnia di autonoleggio.
Stanotte, ho avuto gli incubi, volevo sboccare, ma alzarsi significava l’ipotermia assicurata. Viaggiamo a 0 gradi. Pensavo che la Grecia non conoscesse queste temperature gelide.
Avevo puntato ben tre sveglie, quella delle 6.30 mi ha regalato un’alba incredibile, affascinante. Peccato che fossi impegnato a preparare le valigie e sistemare la stanza. Ho fatto tutto di corsa per ritagliarmi qualche minuto in spiaggia.
Nei minuti di contemplazione, avevo il moccio che mi colava dal naso, battevo i denti. Mi sono rifugiato nell’auto. Al diavolo l’alba, se deve essere una tale sofferenza!
Ho percorso strade secondarie per una quindicina di chilometri per raggiungere la Centauro. Peccato che ci fossero i pupi che andavano a scuola, autobus, trattori, galline e cani. Trafficata l’Attica alle 7 del mattina, e soprattutto tutti rimbambiti.
Arrivo sulla 6, gestita dalla società Strade dell’Attica, per gli ultimi chilometri.
Un cagnolone, non aperta la portiera, mi ha annusato tutto e mi ha fregato i biscotti avanzati. Non avevo timore del cane, ma del renter. Guardavo l’auto: era pulita, senza macchie di fango, il tappetino non era pieno di briciole, ma soprattutto il livello della benzina era pieno pieno. Temevo che mi cazziassero, invece mi hanno fatto firmare il contratto e mi hanno detto che mi avrebbero restituito i 100 euro di caparra nel caso non avessi fatto il pieno. Speriamo, non mi fido molto.
Alle 8 ero al Venizelos. Panico, non trovavo il mio volo. C’era un volo per Malpensa ma della Wizz Air. Ho iniziato a preoccuparmi. Poi, guardando altri tabelloni, l’ho trovato. Purtroppo, ho dovuto aspettare oltre un’ora per l’apertura del check-in. Alle 9.16 è arrivata una rossa, scazzatissima, che non le andava bene niente, richiamata più volte dagli addetti ai passeggeri a mobilità ridotta, avendo da gestire due carrozzine.
Ci obbligano ad arrivare 3 ore prima, poi aprono il check-in poco più di mezz’ora prima della partenza del volo. Per non parlare del gate che si trovava nell’edificio satellite lontano un chilometro. Arrivo che stanno già facendo l’imbarco e mi hanno chiesto pure di fare in fretta.
Ho mantenuto la calma prima che mandassi a quel paese qualcuno e mi arrestassero. Ma come siete messi?
Il volo è decollato verso sud, passando da Capo Sounio e virando poco dopo su Corinto. Al ponte di Patrasso, sono crollato. Mi sono svegliato sopra Pescara. Il Gran Sasso era innevato, così come lo era il rosa, particolarmente vivido durante l’atterraggio.