Comme des voleurs (à l’est)
Lionel, che lavora nel settore culturale della Radio svizzera a Losanna, si reca in famiglia per le feste di Natale, presenti i suoi genitori, sua sorella Lucie con il suo compagno Liberto, il suo stesso compagno Serge. Nulla sembra esserci di attrattivo nell’appuntamento festivo ma Lionel scopre casualmente che il bisnonno del padre era un Polacco. Folgorato dalla rivelazione, inizia a studiare la lingua e a interessarsi a tutto ciò che riguardi il Paese, arrivando a pensare di sposare Ewa, una giovane ragazza alla pari polacca, in Svizzera clandestinamente, appena licenziata e sostituita da una ragazza slovena disposta ad essere pagata meno. Un’attrazione dettata più dall’origine della ragazza che dalla ragazza stessa, cosa che non gli impedisce però di iniziare una sofferta convivenza a tre con la ragazza e un mal disposto Serge. Esasperata dall’evoluzione dei fatti, Lucie decide di prendere in mano la situazione.
Lionel conduce una vita apparentemente soddisfacente: ha un lavoro interessante, una relazione stabile con Serge, un romanzo scritto pochi anni prima che ha ottenuto un importante premio.
Ma Lionel, a dispetto della placidità del suo quotidiano, appare pervaso da un’inquietudine che si palesa con chiarezza in occasione della riunione annuale della sua famiglia per Natale. Tutti presenti, lui osserva il quadretto dalla finestra con sua sorella Lucie, sognando di scappare. Ma è proprio in quella situazione che si presenta l’occasione per una svolta: scoperto per caso che suo padre aveva un bisnonno polacco, Lionel inizia a cercare in sé qualsiasi segno di appartenenza al Paese: dai tratti del viso al cognome, che lui considera prova evidente della discendenza. Quando la ricerca gli prende la mano, fino a fargli abbandonare Serge e pensare di sposare una ragazza alla pari polacca che ha appena perso il lavoro per facilitarle il rilascio di un permesso di residenza, Lucie interviene e lo trascina, inizialmente con la forza, in un viaggio verso il Paese che Lionel sente sempre più suo.
Storia di una ricerca di sé, Comme des voleurs (à l’est) parte con toni da commedia per trasformarsi in un road movie che ha come punto di partenza Losanna e come destinazione finale e non davvero prevista Varsavia. Se il viaggio è una condizione essenziale perché i due fratelli ritrovino una complicità dimenticata, quello della commedia rimane il registro principale, con alcuni momenti esilaranti a dare maggiore forza alla serietà della situazione.
Poesia che nasce dal reale, il secondo lungometraggio di Baier narra della reinvenzione di sé – la possibile, lontana, origine polacca è un pretesto – di un uomo adulto che affronta un viaggio improvvisato e non privo di incidenti (Lucie interviene in una lite di coppia che porta a un pericoloso inseguimento; rimasti senza soldi, Lionel è costretto a vendere tutti i suoi vestiti – mutande comprese – per raggranellare qualche spicciolo; i due rimangono appiedati quando un’autostoppista ecologista che loro hanno cercato di scacciare con gli effluvi di un menu di McDonald’s fugge con la loro auto) che però non ha costrizioni né scadenze.
Troverà, forse, ciò che sta cercando, ma è nell’imprevisto che si rivelerà la vera natura del luogo e delle persone. Compreso Stanislav, un giovane che profuma di pera, sinonimo per Lionel di desiderio.
Baier tratta tutto con estrema serietà e decisa leggerezza, in una prova che rende evidente la cinefilia del suo autore (cita anche Serge Daney in una scena), che spazza via qualsiasi concetto di appartenenza e nazionalismo, che colpisce per la gioiosità e la libertà che porta con sé. E, non ultimo, che si assume dei rischi ma lo fa sempre con mano ferma e umorismo sottile e costante in un film che, tappa dopo tappa, diventa entusiasmante.
Uno tra i film svizzeri migliori del primo decennio degli anni 2000 (e non solo), una vera e propria perla che merita un recupero.
REalistica la prima parte, un po’ meno, anzi tanto meno, la seconda. Il viaggio on the road è costellato da incongruenze, cose senza senso, impossibili. E poi non ho capito la fine. Non so, carino, ma non si rivela per quello che è.