Fuga di mezzanotte


Istanbul, 6 ottobre 1970: al termine di un periodo di vacanza in compagnia della sua ragazza, lo studente americano Billy Hayes tenta di salire a bordo di un aereo diretto verso gli Stati Uniti con due kg di hashish attaccati al petto con del nastro adesivo, ma viene fermato durante una perquisizione corporale dalla polizia turca all'aeroporto. Denudato per ore davanti ai poliziotti, riceve la visita di un agente diplomatico americano, che convince Billy a collaborare con le autorità turche per far arrestare lo spacciatore: i due si recano al mercato dove l'americano ha acquistato la droga. Billy tenta però la fuga, venendo immediatamente riacciuffato e quindi trasferito nel carcere di Sa?malc?lar.

Durante la sua prima notte in detenzione, il giovane sguscia fuori dalla sua cella aperta e ruba una coperta da un'altra cella. Scoperto da Rifki, un detenuto disprezzato dal resto della prigione per essere un fedele informatore dei secondini, viene torturato dal capo delle guardie, Hamidou. Dopo due giorni di incoscienza conosce altri detenuti occidentali, che lo hanno soccorso e curato dopo il violento pestaggio: l'americano Jimmy, l'eroinomane inglese Max e lo svedese Erich. Nelle settimane successive Billy tenta di ottenere la sua liberazione attraverso il sistema giudiziario turco. Il padre di Billy arriva dagli Stati Uniti per assistere al processo, e con l'aiuto del console assolda Yesil, un avvocato turco con una buona reputazione. Il pubblico dibattimento si conclude però con una condanna a quattro anni di reclusione.

Per l'americano inizia così un calvario che dura anni, durante i quali stringe un legame particolare con lo svedese Erich, che è omosessuale e lo desidera, comunque non ricambiato. Diciotto mesi prima della scarcerazione di Hayes, Jimmy tenta di convincere Billy e Max a una fuga, dicendo di esser venuto a conoscenza di una via d'accesso alle catacombe, raggiungibili dai muri delle loro celle. Billy, ormai prossimo alla scarcerazione, preferisce non correre rischi e rifiuta. Jimmy cerca di fuggire per conto suo, passando per i tetti, ma viene scoperto e torturato dalle guardie carcerarie. Nel 1974, 53 giorni prima del rilascio, Billy viene convocato in tribunale per il secondo grado di giudizio. L'accusa gli contesta il reato di contrabbando e la pena viene trasformata in ergastolo, come imposto dall'alta corte di Ankara. Furioso, Billy copre di contumelie i turchi; al termine, il giudice riduce la condanna a trent'anni.

La permanenza dell'americano in carcere diventa un inferno dantesco, dove si susseguono torture fisiche e mentali, fino a quando Billy decide, insieme a Max, di partecipare al nuovo piano di evasione di Jimmy. Il tentativo di fuga però fallisce, grazie alla delazione di Rifki, e Jimmy viene accusato e nuovamente torturato. Billy e Max decidono di vendicarsi bruciando i soldi che Rifki ha messo da parte collaborando come spia. La situazione peggiora ulteriormente: viene trovato dell'hashish indosso a Rifki, che per vendicarsi scarica la colpa su Max, il quale viene portato via a forza dalle guardie. Billy reagisce: attacca brutalmente Rifki e, dopo una violenta colluttazione, lo massacra di botte e gli strappa la lingua con un morso, uccidendolo, preda di un delirio di vendetta. Viene quindi trasferito al reparto dei detenuti con malattie mentali, dove vaga ormai in stato confusionale tra gli altri prigionieri disturbati.

Nel 1975 riceve la visita della fidanzata Susan, che rimane sbigottita dallo stato di patimento nel quale trova il giovane: incitandolo a non lasciarsi morire, lo supplica di evadere, consegnandogli un album di foto, con dei soldi nascosti all'interno. Billy, nuovamente motivato, programma la sua fuga, indicata nello slang carcerario come il Midnight Express da prendere: dà l'addio a Max (ormai perduto in uno stato di totale disordine mentale e fisico) dicendogli che tornerà a prenderlo, e cerca poi di corrompere Hamidou per farsi portare in infermeria e tentare così un'estrema fuga. Viene invece condotto nello spogliatoio dei secondini, dove Hamidou tenta di sodomizzarlo. Billy si scaglia contro il capo delle guardie, che sbatte contro un appendiabiti e muore sul colpo, con la nuca trafitta. Recuperata la pistola di Hamidou, indossa una divisa e fugge dalla prigione, attraversando il confine con la Grecia, per poi arrivare negli Stati Uniti tre settimane dopo.

Terribile e angosciante ma incommensurabilmente bello. Ricordo ancora il battito del cuore che scandisce i primi momenti del film, quando lui cerca di salire sull’aereo della Turkish Airlines.

Tutto il mondo ha tifato per lui, l’americano arrestato e condannato all’ergastolo.