Il giardino della Niki

E con il Giardino dei Tarocchi ho completato il mio tour personale nella storia dell’arte. Dovevo farlo per me. Ora che sono arrivato alla consapevolezza, giuro che non mi interesserò più di questo mondo e di tutte le cose connesse. Chiuderò la porta, sigillandola.

Il desiderio di comprendere nasce nel 2013, un anno molto triste: stava franando ogni cosa e non riuscivo a tenere su l’impalcatura. Era il periodio in cui ritenevo il Burri e la Niki fossero responsabili di questo brusco arresto. Ho sofferto molto a causa della pazzia di questa gente, che si crede super partes, sempre e comunque fragile perché artista.
Tutti questi cialtroni -non possono che essere cialtroni- meritano di essere schiacciati dalla loro stessa arte.

Però devo dire, nonostante tutto, che questa Nki è fortissima, certamente pazza come l’altro, il Burri, ma sicuramente meno odiosa e più facile da sopportare. D’altronde non puoi prendere sul serio un’artista con il cognome Saint Phalle, San Fallo (!).

L’avevo conosciuta a Parigi, nella piazza dello Chatelet Des Halles, vicino alla Rue de Ferronerie, setting di un momento importante della mia vita. Mi ricordo delle fontane e delle statue (spero di non dire castronerie) che si muovevano, ricoperte da tasselli luminosissimi e coloratissimi esaltando le cromie del Centre de Pompidou.

L’ho incontrata, come dicevo, nel 2013 in un libro di Storia dell’Arte.

Lei era gnocca, diciamo pure figa, una donna di mondo, stava un po’ in America e un po’ in Francia. Volitiva, multitasking, pittrice, modella, attrice. Insomma, aveva tutto quanto potesse desiderare. Bastava aprire le gambe…
Le stesse delle sue “nane”, che portavano direttamente all’interno della sua creazione, passando dalla vagina. Un po’ di lesbicume era di tendenza nel primo Novocento.

Per quanto riguarda il passato della Niki, si deve dire che vivrà spesso dei momenti di intensa solitudine, sempre travagliati, ma addomesticati. «Quella solitudine, così preziosa per ogni artista, che ha bisogno di questi tempi di dialogo con se stesso perché le idee si mostrino.»

Il Giardino dei Tarocchi è la perfetta dimostrazione del percorso compiuto da Niki, artista in costante evoluzione spirituale: la domanda di partenza era umanamente esistenziale – «Ma chi sono i mostri?»

A quella domanda dovevo dare una risposta in silenziosa perigrinazione nei luoghi dove avevano lasciato la miglior testimonianza di se stessi.

Ho visto il Giardino dei Tarocchi in un pomeriggio uggioso che in breve si è rasserenato; l’atmosfera assolutamente perfetta, con un taglio di luce obliqua; l’azzurro si rifletteva direttamente sulla moltitudine di tasselli di vetro. Del Giardino, stupendo e unico, mi ha colpito molto la testimonianza scritta direttamente dalla Saint Phalle:

Nel 1955 (avevo allora 25 anni) ho visitato a Barcellona gli splendidi lavori di Antonio Gaudi. Nel parco Guell, con le due panchine fatte di frantumi di piatti, dove alberi di pietra stavano a fianco di veri alberi. Ho trovato il mio maestro: Gaudi. Questa esperienza ha forgiato il mio destino: un giorno costruirò un rifugio dove trovare pace e gioia. L’Italia mi ha molto aiutata in questo camino. Ho visitato le sue numerose cita d’arte, le chiese ed i vari tesori artistici così unici e reperibili solo in questo paese: la Cappella Sistina, L’ultima cena di Leonardo da Vinci. I favolosi giardini come quello di Ville d’Este e di Bomarzo. Sono stata particolarmente colpita dalle chiese e dal pensiero delle migliaia di persone che si sono dedicate alla costruzione di questi grandiosi edifici che cantano la gloria di Dio. La mia visione è stata rinforzata da queste esperienze e mi sono dedicata, a mia volta, alla Realizzazione di un giardino che ispiri, a questo mondo turbato, sentimenti artistici di serenità e di amore per la natura. Ho cominciato il giardino nel 1979, tra grandi difficoltà e fatiche fisiche. Una gran parte della mia vita è stata dedicata alla realizzazione di questa costruzione malgrado malattie ed isolamento di familiari ed amici. Ma niente mi poteva fermare. Quando mio marito, Jean Tinguely, era ancora in vita e veniva a lavorare nel giardino, spesso ci incontravamo ad Orvieto perché entrambi adoravamo il Duomo. Ma un giorno, nel lontano 1985, dopo aver visto lo scempio causito da un sovraffollamento di autobus, gente e guide vocianti, decidemmo di non ritornarci mai più. Non era più possibile usare la chiesa come un luogo di Raccoglimento ed ammirazione: la Sua santità era stata dissacrata! Troppe cose erano cambiate. Non era più possibile condividere la suprema bellezza del Duomo d’Orvieto con un numero esagerato di persone. E purtroppo questo accade in molti posti artistici Italiani dove i beni culturali vengono asserviti al lucro ed alla speculazione. Mi ricordo di avere detto a Jean, con grande tristezza che questo sarebbe stato il mio più grande problema col giardino. Mi promisi che mai il giardino sarebbe caduto nelle mani di gente che avrebbe potuto degradarlo.

Non molti comprendono che il Giardino è una fragile opera d’arte con i suoi specchi, vetri e ceramiche, ha bisogno di una delicata e continua cura. E’ questa la Ragione per la quale il Giardino non può rimanere aperto tutto l’anno Senza un’adeguata manutenzione cadrebbe in rovina in pochi anni. E questa manutenzione dev’essere eseguita dall’equipe che, avendo costruito il giardino insieme con me ha acquisito l’esperienza e l’abilità di farlo con cognizione ed amore. Dopo aver lavorato per vent’anni alla progettazione di questa opera, non ho nessuna intenzione di vederne la delicata bellezza distrutta e vandalizzata. La mia visione del messaggio del giardino è, e rimarrà fedele all’idea originale. Sono orgogliosa di poter offrire al visitatore questa rara ricchezza il tempo di assimilare e riflettere sullo spirito del Giardino, senza esserne spinti affannosamente in torno come un branco pecore. Colore che traggono guadagno organizzando questo genere di visite in massa non entreranno mai nel Giardino. Noi non continueremo a dissacrare l’arte, ma la mostreremo come deve essere presentata. L’Italia è sempre stata uno dei miei grandi amori e desidero contribuire, con l’esempio, alla conservazione dei suoi innumerevoli tesori artistici e della sua eredità culturale. Il mio giardino è un posto metafisico e di meditazione un luogo lontano dalla folla e dall’incalzare del tempo, dove è possibile assaporare le sue tante bellezze e significati esoterici del sculture. UN POSTO CHE FACCIA GIOIRE GLI OCCHI ED IL CUORE.

Ecco, che belle parole! Trovare delle donne aperte, desiderose di conservare il proprio passato, anziché distruggerlo come aveva fatto il Burri. Non mi interessava molto il significato dei tarocchi maggiori: la papessa, la luna, il matto, la morte, l’imperatrice. Mi colpivano invece le forme sinuose, i colori, le assimetrie. Dovevo liberarmi dalla donna e dalla sua vagina gigante mostrata al mondo intero, inglobante la vita umana, soffocante la razionalità. Ero stato schiacciato da questo assoluto senso di incapacità di confrontarsi con il mondo reale e non quello gonfiato e sviluppato da menti perverse.

Donna speciale la Saint Phalle ma del tutto inidonea a vivere nel mondo. Ecco cosa ho capito nel Giardino dei Tarocchi. E me ne guarderò bene di farmi schiacciare di nuovo dalla pazzia di altri artisti. Chiuso, sigillato, questo mondo. Perché dalla pazzia non ci si può proteggere se non scappando.

KADEBOSTANY – Mind if I Stay

Do you mind if I stay
I’ll blend in with the air
Oh I’ve never felt this alone

Do you mind if I stay
I’m the guardian of your nights
Turning your sorrow into gold

Would you pay for my loans
Cause I won’t make it till old bones
Can you read my smoke signals

Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared

Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared

Do you mind if I stay
Your face is haunting me
I’ll find the answers in my dreams

I’m still hung up on you
Your silence is a dusty death road
Who knows where the wind will blow

Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared

Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared

I’m just a man lost in space
Calling out, hoping to hear something back, something back

I’m just a man lost in space
Calling out, hoping to hear something back, something back

Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared

Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared

Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared, don’t be scared

Do you mind if I stay?
I’ll blend in with the air
Oh, I’ve never felt this aloneDo you mind if I stay?
I’m the guardian of your nights
Turning your sorrow into goldWould you pay for my loans?
‘Cause I won’t make it ‘til old bones
Can you read my smoke signals?Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared
Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scaredDo you mind if I stay?
Your face is haunting me
I’ll find the answers in my dreamsI’m still hung up on you
Your silence is a dusty death road
Who knows where the wind will blowListen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared
Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scaredI’m just a man lost in space
Calling out, hoping to hear something back
Something back
I’m just a man lost in space
Calling out, hoping to hear something back
Something backListen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared
Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared
Listen to the universe, you may find an answer
Love is here and everywhere, don’t be scared
Don’t be scared, don’t be scared


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