Tiene banco in questi giorni la discussione sullo stemma di Erba. Si vede proprio che la politica continua a cincischiare per nulla e discute sul vuoto pneumatico.
Ma si può che l’amministrazione si debba incartare su un simbolo e non sappia scegliere tra due proposte?
Qui ci si dimentica che si parla di ARALDICA e l’araldica a volte è criptica, fumosa come le sterili discussioni del consiglio comunale.
Avevo posto proprio io, nel lontano 2007, il problema della regolare concessione dello stemma, che stranamente non era mai passata da Roma.
Lo sapevo per certo dopo aver sfogliato migliaia e miglia di documenti in maniera certosina all’Archivio di Stato di Roma e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il Comune di Erba si è subito allarmato, indignato quasi, nel constatare che avessi messo in dubbio nel mio libro “Lo stemmario della Provincia di Como” sulla convalida legale del suo stemma.
Adesso, dopo dieci anni, per non parlare degli anni precedenti, quando il Majnoni lo disegnò, ancora non si è arrivato a un punto fermo sullo stemma da adottare e, peggio ancora, non ha ricevuto la benedizione della concessione presidenziale.
Roma vuole l’ancora, non per un capriccio, SOLAMENTE perché è una figura ARARLDICA importante, che può essere caricata di molteplici significati.
Chi fa le battute su una possibile appartenenza della cittadina erbese a una delle Repubbliche marinare, non capisce niente di araldica.
Lo STEMMA non è un logo, ma un preciso simbolo che rappresenta una città o un’istituzione, in questo caso, civica.
L’ancora, dal momento che è stata usata ormai da più di 70 anni, va bene, può essere concessa. È una figura araldica -ribadiamolo- preziosa, è impreziosita dalla cordonatura d’oro e la trabe può essere smaltata in diverso modo.
Volete l’uncino con quattro ami? Sì, perché il vecchio stemma di Incino riporta appunto, come trasposizione del toponimo, un uncino? Bene!
Ma siate chiari. Non c’è nulla di così sconvolgente. Si spera almeno che il consiglio comunale di Erba sappia definire i confini entro cui discutere altrimenti non se ne viene più a capo e potranno passare altrettanti 70 anni così in modo fumoso.
Ritengo lo stemma molto bello, con l’ancora e non vedo la necessità di tutte queste discussioni sterili e inutili, che la politica non sa gestire.
Fine. Decidetevi, o altrimenti Roma, la Presidenza del Consiglio dei Ministri lo farà per voi.
Carletto Genovese, all’interno di una serie di iniziative, promossa dalla Amministrazione Provinciale, presenterà il libro “La Provincia di Pavia. Gli stemmi civici del Pavese, della Lomellina e dell’Oltrepò“ PALAZZO DELLA PROVINCIA, SALA CIRO BARBIERI, piazza Italia 2 – 27100 -PAVIA1° GIUGNO dalle 10,30 alle 12,30. Siete tutti invitati. Scarica l’invito. Per informazioni info@stemmiprovinciapavia.it
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