Ieri è calato il nebbione e a me è calato l’umore. Ho provato a resistere, ma che te ne fai della stanza dell’albergo al 10 piano quando vedi tutto bianco? Dove vai in giro? Insomma, in un nano secondo la Norvegia è diventata quella è per i restanti giorni dell’anno.
Non so quale fondo abbia avuto per meritarmi cieli così limpidi e tersi.
Così dopo essere andato dal Burger King (la depressione gioca brutti scherzi e poi spendere 50 euri per mangiare un tocco di pesce, no, grazie), mi sono infilato soto le coperte, chiudendo le tende per non vedere il bianco lattiginoso fuori.
Stamane a colazione, sono giunto prima della mandria di norvegesi e devo dire che era completamente vuoto. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla sala della colazione, sembrava la stanza del piacere di cinquanta sfumature di cazzate; sembrava il duty free shop di Dubai. Era illuminata a giorno, neanche dovessero far atterrare un boeing.
Sono uscito ancora con la nebbia, però questa volta era alta, ma non si vedeva lo stesso il paesaggio. Ho puntato a Nord, non volevo fare tanti chilometri. Così mi sono portato, su consiglio della guida, a Kjerringøy, una specie di Grazzano Visconti. C’erano diverse casette tenute ancora bene e devo dire che era veramente carino. A parte il salasso di 10 euri per vedere un po’ di muffa e del baccalà appeso.
E poi sono andato su ancora più a Nord fino alla fine dell’isola, fin dove la strada finiva. Se ci fosse stato un altro traghetto l’avrei preso ma dovevo sbrigarmi a tornare indietro altrimenti sarei rimasto sull’isola e poi quando avrei mai preso l’aereo?
Sulla strada del ritorno ho deviato per una montagnucola nei paraggi. Peccato che non ci fossero sentieri e nemmeno indicazioni. Se mi fossi sfracellato al suolo non mi avrebbe trovato nessuno e sarei diventato il pranzo per le renne.
Alle quattro, rasentando velocità folli, sono arrivato al molo per prendere uno degli ultimi traghetti della giornata.
E una volta a Bodo, completamente meravigliato per la sua bellezza, svelata dalle nebbie del fiordo, mi sono gettato alla scoperta delle baiette e spiaggette della città.