Gibilterra con la sua sporgenza isolata, che si alza direttamente dal mare per 400 metri, è uno spettacolo unico. Non tanto per la cittadina in basso che non ha niente di che, a parte una main street uguale a migliaia di altre main street dell’Inghilterra.
Questa volta ho deciso di scalare la roccia e nessuno mi avrebbe detto di no. Arrivo direttamente al cancello del parco, parcheggiando l’auto in un posto miracolosamente concesso da un’impiegato. Non ci ha nemmeno chiesto mezzo centesimo. Veramente bravo e un santo.
Temevo per Mater ma piano piano avrei salito con lei quella parete verticale ascendendola già da subito. Il cammino in realtà è fattibile, tuttavia ci sono due gruppi di gradini davvero impegnativi. Il resto è una passeggiata. La cosa realmente commovente è il paesaggio, il verde e il bianco della roccia che ti acceca.
Salgo e salgo; Mater rigorosamente davanti a me, seguo il suo ritmo, le sto dietro senza affaticarmi, e miracolosamente arrivo sulla sommità.
Quale gioia e piacere essere al centro dell’isola, in mezzo al mare!
Il Maroco, pocco distante, con i suoi promontori dell’Atlante sembra salutarci sotto il cappello di nuvole. Noi veniamo assaliti da una coppia di scimmie che ci sorprendono dal di dietro. Avevamo un panino. La femmina è riuscita a prenderlo mentre il maschio, più aggressivo, voleva strappare la borsa di Mater a tutti i costi. Ma poi, dopo aver capito che la femmina si era pappata quel poco che avevamo, se ne è andato, senza degnarci di un saluto.
Il resto, poi, era una lieve discesa a parte quei mila gradini che ci hanno distrutto le ginocchia, molto più dei gradini fatti in salita.
Cielo magnifico, caldo, profumi provenienti dalla macchia mediterranea, tutto questo ci ha accompagnato durante la nostra discesa. Gibilterra è tutta qui, non altre parole per il rimanente giorno.