L’altro ieri, Mater non voleva uscire dal nostro pied-à-terre qui a Mayotte, così ha pensato bene di andare a prendersi la pizza al Saphir, un ristorante proprio di fronte il nostro capannone. Dal giovedì alla domenica fanno ristorante, negli altri giorni si inventano lo speedy pizza.
Ordiniamo due pizze al prosciutto bianche. Non hanno la mozzarella. Dundio. Non so che formaggio ci mettono sopra. E per sbolognarli, molto probabilmente, il pizzaiolo mi chiede se voglio gli champignons. Mi guardo attorno, intravvedo le cime delle palme, sento il rumore del mare, le mangrovie sono dietro i nostri capannoni. Pensavo giusto di essere in montagna. Direi molto adatti gli champignons. No, rien. Mi ripete se voglio ancora i funghetti. No, mica siamo in Valtellina. Dispiaciuto, si ritira oltre la tenda.
Coi cartoni fumanti in mano, Mater chiede il prezzo. Ve lo dico in francese che fa più fico. Vingt-huit. Coooooooosa? 28 euri? Già, quatorze et quatorze. A mater cade la mascella e il pezzo da cinque euro che aveva in mano. A me scappa una sonora risata.
Già, perché Mater pensava che due pizze, con presunti champignons che non abbiamo rifiutato, ai tropici, costassero come la nostra margherita. Io non l’ho voluta contraddire prima di entrare nel locale. È tutto così faticoso in questa vacanza per lei, e non ho voluto discutere ma temevo che ci sarebbe stata la sorpresa. Le dico: “Ma sì, saranno buonissime, col jambon che ci avranno messo…”
A fatica prende in mano il portafogli e prende trenta euri. Povera Mater… E facevano pure schifo.
Nonostante il prezzo esorbitante, ieri Mater ha deciso di provare lo stesso ristorante gastronomico, così come è scritto alla porta d’entrata. Probabilmente deve aver letto gastroeconomico. Sai, con il francese è un attimo prendere le decisioni sbagliate. Io mi aspettavo di mangiare cucina mahoriana, chessò pollo cotto nel latte di cocco, pesce citronneé, qualche piatto esotico riempito di spezie e di vaniglia.
No, il menu ve l’ho mostrato. Non ci ho capito niente. Per fortuna che mi avete esplicato il contenuto anche perché le Saint Jacques non sapevo di certo che fossero le capesante. Facciamo un rapido conto di quanto verrà a costarci la cena. Preparo Mater… Crepi l’avarizia! ci prendiamo pure il cocktail ovviamente sans alcool e mater se lo scola in un secondo netto.
Per il resto, ho dovuto cercare il raviolo di gamberetti annegato nel litrozzo di salsa al fois gras. Mater contava i chicchi del risotto alla papaya. Mah! Eravamo ancora affamati quando ci hanno chiesto quei 75 euri… Ovviamente prezzi francesissimi in un paese maledettamente povero. Liberté, egalité e fraternité. Un corno! Ho maledetto il fatto che non ci fosse un Mc Donald’s da qualche parte. Insomma siamo in Francia, riesco a trovare gli champignon e non delle patatine fritte?
Così Mater si è promessa di non andarci più, ma almeno si è tolta la curiosità…
Oggi, dopo aver fatto colazione e spesa nell’altro centro commerciale, il Baobab, che fantasia vero?, siamo andati nella parte occidentale di Mayotte. Siamo andati a Sada, dove c’è un isolotto collegato alla terraferma nella bassa marea. Una piccolissima Mont Saint Michel senza il Saint Michel. Purtroppo ho dovuto desistere. Primo perché non ho trovato la strada, secondo perché la sabbia era così impantanosa che abbiamo rischiato di rimanere affossati nelle sabbie mobili. Mater con una crisi isterica plateale si mette a piangere, i suoni della sua caragnata mi pareva rimbombassero per tutta la baia. Alcuni uomini poco raccomandabili ghignavano. Ho dovuto disincastrarla dalla melma e accompagnarla sulla strada. Intanto mi sono sentito i suoi rimproveri e molto altro di cui ometterò le parole. Anch’io, a questo punto, perdo la pazienza. Ci mandiamo a quel paese e rimaniamo muti per le successive due ore.
A mezzogiorno, vuoi per fame, vuoi per sete, ci fermiamo in una spiaggettina isolata, abbastanza melmosa anche questa, ma tranquilla con una squadretta di amici francesi che giocavano a beach volley. Mangiamo mezza baguette a testa col jambon e poi scappiamo perché non avrei mai fatto il bagno nell’acqua marrone.
Ci spingiamo a Nord, ritorno nella prima spiaggetta da dove vi ho fatto vedere il primo video. La prendiamo dall’alto. Lasciamo per forza di cose l’auto parcheggiata in una rientranza e percorriamo un’intera scalinata proprio all’interno di una bidonville. Uno sciame di ragazzetti di viene incontro, ci circonda, ci accompagna lungo tutta la scalinata. Neanche fossimo il Ben Affleck e la Jlo sul lago di Como. Arrivati sulla spiaggia, ovviamente l’unica nuvoletta che inizia a pisciare come uno incontinente, butta giù un monsone. Ci rifugiamo nel portico della piccolissima moschea sulla spiaggia. Ovviamente è Venerdì, sono le 3, ora di preghiera. Arriva tutto il paesello, soprattutto gli anziani che di solito non si vedono mai. Sono inorriditi dalla presenza di Mater, che sta profanando il sacro marmo del luogo di culto. La sfrattano, nonostante i bonjour venuti male perché in parte in mahoriano. Mater non demorde e rimane nei pressi. Anzi prende una scopa e pulisce i gradini dalla sabbia. Io dalla vergogna mi getto in mare e rimango in ammollo per un’ora. Il sole fa capolino proprio dalle nubi e inizia a schiarire fino a diventare sereno. Recupero Mater prima che scoppi il caso diplomatico.
Al ritorno, dopo una giornata faticosa così, un sole strepitoso tramonta dietro le nostre spalle. Più volte sono costretto a fermarmi per guardarlo…