Milit experience

È stato l’Open Day più bello di sempre, quello del 30 Aprile. Una grande manifestazione, una giornata intera tra la gente del 112. C’erano gli allievi della Scuola Militare, ragazzetti scelti, probabilmente più fortunati degli altri, più intelligenti, più rigorosi e predisposti alla disciplina. Erano 80 nelle loro divise militari, impettiti all’inizio poi sempre più sciolti mentre passava il tempo.

Un Open Day bellissimo, dicevo: il tempo ha retto, l’azzurro ci accarezzava. Negli spazi a disposizione, il saluto militare, tutti schierati lungo fila ordinate. E poi via, le dimostrazioni, il percorso che si snoda lungo 10 stazioni: ACLS, BLS, Centrale, Controllo Emorragie, Soccorso in acqua con le squadre OPSA, Soccorso NBC e Maxi Emergenze con i Vigili del Fuoco, Percorsi educativi con la Polizia Stradale e Carabinieri, Elisoccorso e Soccorso in ambiente impervio con CNSAS.

E poi loro, le guest star dei Cinofili della Finanza e dei Carabinieri, i cagnoloni antiveleno, antidroga e antifalsificazione. Loro sì che si sono divertiti a giocare, a trovare soldi falsi, sostanze pericolose e a bonificare il pratone attorno alla Centrale. Irrequieti, scodinzolanti, gioiosi nel ricevere il premio dopo aver trovato il target, per poi riposare nelle loro gabbie.

Una giornata memorabile nella Centrale PSAP di II livello, la più bella in assoluto. Noi, accomunati sotto il numero del 112. Proprio tutti. C’è stata una sinergia di collaborazione sincretica, un insieme di intenti unico e perfetto. Tante divise, diversi mezzi: ambulanze, msa, moto d’acqua, jeep del CNSAS, il bimodale dei VVF, le gazzelle dei carabinieri e le pantere della volante e, infine, l’AW 139 giallorosso, fiero e orgoglioso al centro di tutto. Gazebo sotto i quali erano disposti gli strumenti che usiamo tutti noi: i visori, i monitor, le spinali, i torniquet, i manichini, i reagenti, esempi di prodotti contraffatti. Alcuni monitor per i video. Noi coordinati seguendo un tempismo perfetto, affinché tutti scivolassero lungo le stazioni senza intoppi senza ritardi. Tempi stabiliti in un rigoroso ordine, segnati su cartine coloratissime a seconda dei percorsi.

Noi, nelle nostre divise, diverse per ogni corpo, con le patch, le etichette e il badge appeso al collo. Tutto questo è quanto abbiamo offerto agli ottanta cadetti, che ci seguivano con entusiasmo, con lo stupore all’inizio e con la riconoscenza poi dipinti sul volto. Hanno eseguito le manovre di soccorso, si sono prodigati nel risolvere le simulazioni. Hanno ascoltato con interesse ogni cosa. Sono diventati più consapevoli, con un senso civico più nitido. Siamo stati travolti dalle loro domande, dai loro punti interrogativi e dalle curiosità e abbiamo risposto a ciascuno di loro forti della nostra esperienza e delle nostre conoscenze.

Ci siamo ritrovati tutti a pranzare, ormai mescolati, senza più una suddivisione rigorosa. Ormai non servivano più i colori e le cartine. Eravamo con un piatto e un bicchiere in mano. Nessuna gerarchia rispettata. Tutti assieme, gioiosamente, baciati dal sole. E infine il saluto. Giusto il tempo di ricomporsi proprio al centro del piazzale, una sfilata ordinata, con l’ufficiale responsabile (scusate non so il grado) che ci stringe a ciascuno di noi la mano, ringraziandoci per tutto, per l’impegno e per il tempo, perché no?, sottratto alle nostre attività quotidiane.

L’Open Day più bello di sempre…


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