PALS certification

Sì, sono certificato AHA e AAP. Eccolo il certificato, che dovrei ritagliare lungo la linea tratteggiata e unire i due lembi con un adesivo e portarmelo dietro, almeno secondo le indicazioni suggerite e stampate sul certificato. Bisognerebbe avere una laurea in Art Attack, che eviterei ben volentieri di conseguire.

Credo che non me lo porterò mai con me, anche perché porta una sfiga e poi i documenti nel portafoglio si sgualciscono. Meglio lasciarlo nelle carpette del mio curriculum, tanto non dovrò mai giustificare a nessuno la mia certificazione. Speriamo e facciamoci pure le corna.

Ero letteralmente terrorizzato da questo esame, avevo fatto quello dell’ERC o IRC secoli addietro ma allora ero young and beautiful e non mi ero accorto quanto fosse potenzialmente letale questo corso. Insomma ora che non sono più young and beautiful, anzi vecchio e rinco…, studiare per questo esame mi ha lasciato il segno.

Primo perché tutta la mia vita è stata segnata da esami, colloqui, test, scritti, orali. Mi ricordo ancora il mio esame di terza media, dove non mi aveva cagato nessun professore (per fortuna che quello di V elementare me lo sono dimenticato). Non parliamo della maturità. E poi a seguire, ho ancora vivido il ricordo della immensa gioia quando avevo finito il corso di Fisiologia. E poi mille altri esami, tra cui la laurea (un disastro dal punto di vista fisico ma con il massimo dei voti), l’esame di stato, la specialità, i concorsi per i master a Pisa e a Chieti, per l’abilitazione del 118…

Basta. BASTA. B A S T A!

Vorrei dirlo così con sicumera, ma ci saranno altri mille esami e mille altre attestazioni.

Secondo perché questo esame era per i bambini, per la loro salute, di tutti i bambini del MONDO, come è scritto nel motto. Ma vi rendete conto? Già faccio fatica a prendermi cura di me, e quella degli altri. Immaginate quella dei bambini.

Esserini su cui non sai dove mettere esattamente le mani, i cui farmaci non verranno ricordati nemmeno se incisi sul tronco encefalico. Quelli il cui pianto di un solo microsecondo mi fa saltare il mio già precario equilibrio mentale. Ero letteralmente terrorizzato e poi di solito l’AHA, così asciutta e scarna nei testi, in questa certificazione si sbrodolava e andava alla lunga ripetendo gli stessi concetti per paginate intere. Che poi, diciamocelo, alla fine sono quattro argomenti di cui dovrei allarmarmi, tutto il resto lascialo ai pediatri con il loro regolo di Braselow.

Ma non ero convinto, mi sono iscritto a un corso parallelo, proprio per aiutare alla certificazione PALS. Notti intere a sostenere i quesiti, le domande, a rispondere in modo esatto di quanti centimetri devo comprimere il torace di un neonato e a quale frequenza. Ma vi rendete conto? Ma come fai…?

Eppure, sì mi sono capitati dei bambini, sono sicuro che nemmeno con la certificazione riuscirò ad avere la sicurezza necessaria per affrontare una rianimazione avanzata.

Pensavo di non superarlo, pensavo di andare dal mio capo con la coda tra le gambe e dargli la triste notizia. Invece… Bene. Un esame, di cui non vado fiero come quello dell’ATLS. Dai bambini bisogna stare alla larga, lontanissimi e ve lo dice uno che voleva fare neuropsichiatria infantile e per fortuna che qualcuno ha guardato giù e mi ha illuminato la strada verso altri percorsi.

Sapevatelo ma state lontano da me…


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