Quando l’autrice è permalosissima e se la tira troppo
Simona Francini, autrice del libro “Due Marlboro” mi ha bloccato su FB e su Amazon forse perché ho scritto una recensione che non le piace. Eppure non ho scritto niente di che. Vi riporto pari pari quella scritta e postata su Good Reads e su Anobii dove so per certo che non censurano.
Bastava solamente una sigaretta
In questo poderoso volume, neanche un trattato di Anatomia Umana Normale, sboccia e si consuma l’amore tra Alan e Nathan a cottura lenta e come contorno una rapina, un’indagine, e un giro di droga.
L’alternanza del soggetto è rigida, l’io narrante passa dalla voce di Nathan a quella di Alan come in una staffetta, come se la voce di uno dovesse dare il la all’altra voce.
Molto bello sicuramente, ma anche tanto acerbo.
Capitoli interi che potevano essere tolti che non toglievano nulla alla narrazione. Prolissità verbale e divagazione nei dettagli. Tanti nomi gettati lì e lasciati come granelli di polvere lungo la narrazione. Personaggi appena appena accennati. Era il caso di ciascuno ricordare il nome?
L’amore gayo però non convince, o meglio sì, ma si vede che dietro c’è la penna di una donna. Questo amore tra due uomini non è possibile. Non capisco perché incaponirsi in questo campo minato di cui non credo l’autrice abbia molto dimestichezza. L’intimità tra due uomini, come scritto precedentemente in altre recensioni, non può essere descritto da una donna se non da certe “grandissimi donne” senza per questo sminuire l’impegno e la genuinità dell’autrice.
Ma non si può proprio sentire la frase nel capitolo 38, quando finalmente l’amore era cotto a puntino e pronto ad essere consumato,
mi ero ritrovato sbattuto al muro…
Ma come? Una tiritera di oltre cinquecento pagine per poi leggere una saga degna di un video di Xhamster… No, il libro doveva finire al capitolo 37. Fine. Tutto quello che viene dopo è sdolcinato, scontato, non aggiunge e toglie nulla ai due amanti newyorkesi. Non per essere moralisti ma era giusto che finisse nelle intenzioni del lettore. È quel qualcosa di più, il bicchiere di troppo che rovina tutto. E quel continuo battito del cuore che viene ripetutamente menzionato da tutte le parti del libro. Per un battito mancato potrei lasciar correre, ma quando questi battiti sono sparsi lungo le pagine del romanzo, insomma potrei pensare a un’alterazione della conduzione o una brugada non riconosciuta.
Molto ben tratteggiato il Nathan nella sua psicologia post-adolescenziale, immatura e cruda, si potevano sentire tutte le gradazioni del suo carattere volitivo, isterico. Molto meno l’Alan che rimane sempre un passo indietro, che arranca, che fa fatica, che non è delineato, sempre in penombra dove i lineamenti non sono netti ma sfumati. E il suo baratro perenne con cui ogni giorno deve fare i conti.
Si è passato da un ben congegnato action book ad una melensa soap opera… Molto convincente la prima parte ma molto fiacca la seconda. L’autrice non è riuscita a tenere il passo della narrazione, accelerando per arrivare prima al traguardo, come quando tiri fuori dal forno la torta troppo presto e questa ti si affloscia.
Un altro campo minato, che però devo dire ha retto bene, è stato il setting americano. Però ignorare l’11 settembre! Anche perché essere in America in quel periodo (e io lo sono stato…) non è stato per niente facile.
Però letto tutto d’un fiato.
Geniale l’idea di inserire un titolo di una canzone proprio sotto al nome dei capitoli anche se in alcuni, poco dopo nella narrazione, si discuteva di altre canzoni. Insomma non riuscivo a concentrarmi sulla canzone proposta che dovevo pensare alle parole e al motivo di un’altra.
Ma la colonna sonora ne vale la pena. Peccato la mancata sincronia temporale tra i minuti della canzone e il tempo necessario a leggere il capitolo.
Strepitoso quando Nate ha alzato il volume a palla e si è messo a cantare Everybooooody. Mi è venuta voglia di gridare anch’io. Questo sì, da applauso da 10 minuti.
Da leggere sicuramente, anzi da divorare. Sperando che non diventi la saga di Terra Amara o di Viola come il Mare. Per quello che il libro doveva essere troncato molto prima…
E comunque le ho scritto per chiederle spiegazioni, per dire di avere rispetto per i lettori che hanno speso soldi per leggere il libro. Ovviamente non mi ha risposto. E penso a questo punto che la signora Francini è proprio permalosissima e che se devo essere sincero il suo libro non vale nemmeno i soldi spesi per comprarlo. Così che faccia la figa con le sue storielline sull’ammooooore tra due sfigati che però davvero diventi matura e capisca che la realtà è ben altra cosa che un video di Pornhub.