Stella clavisque maris indici

mauritius


Andrò domani, in silenzio, al caldo, con le lacrime per un viaggio corto nel tempo, ma lontano dal mio mondo.

Avrei tanto voluto salutarti stasera. Te l’ho chiesto, volevo solo un saluto, ma non mi hai risposto.

Imparerò nell’inverno australe, tra le canne da zucchero, magari in un Mac Donald’s di Port Louis, a stare lontano dalla tua paura. Starò a distanza di sicurezza: spero che 10 mila chilometri basteranno.

E accoglierò tra le mie braccia la catarsi, sotto la Croce del Sud, nella speranza di liberarmi e di essere finalmente felice.

Non ci sarà motto migliore che mi accompagnerà per questo viaggio: stella clavisque maris indici.

Cercherò la stella e la chiave in questo mare burrascoso. Solamente per te, nella trasparenza infinita della barriere cristallina.

La bambina portoghese – Guccini

E poi, e poi, gente viene qui e ti dice

Di saper già ogni legge delle cose

E tutti, sai, vantano un orgoglio cieco

Di verità fatte di formule vuote

E tutti, sai, ti san dire come fare

Quali leggi rispettare, quali regole osservare

Qual è il vero vero

E poi, e poi, tutti chiusi in tante celle

Fanno a chi parla più forte

Per non dir che stelle e morte fan paura

Al caldo del sole, al mare scendeva la bambina portoghese

Non c’eran parole, rumori soltanto come voci sorprese

Il mare soltanto e il suo primo bikini amaranto

Le cose più belle e la gioia del caldo alla pelle

Gli amici vicino sembravan sommersi dalla voce del mare

O sogni o visioni, qualcosa la prese e si mise a pensare

Sentì che era un punto al limite di un continente

Sentì che era un niente l’Atlantico immenso di fronte

E in questo sentiva qualcosa di grande

Che non riusciva a capire, che non poteva intuire

Che avrebbe spiegato se avesse capito lei, e l’oceano infinito

Ma il caldo l’avvolse, si sentì svanire e si mise a dormire

E fu solo nel sole, come di mani future

Restaron soltanto il mare e un bikini amaranto

E poi, e poi, se ti scopri a ricordare

Ti accorgerai che non te ne importa niente

E capirai che una sera o una stagione

Son come lampi, luci accese e dopo spente

E capirai che la vera ambiguità

È la vita che viviamo, il qualcosa che chiamiamo esser uomini

E poi, e poi, che quel vizio che ci ucciderà

Non sarà fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentro

Cioè vivere, vivere e poi, e poi vivere

E poi, e poi vivere


E poi, e poiGente viene qui e ti diceDi saper gia’Ogni legge delle coseE tutti, sai, vantano un orgoglio cieco,Di verita’ fatte di formule vuote.E tutti, sai, ti san dire come fareQuali leggi rispettare, quali regole osservareQual’e’ il vero vero;E poi, e poi,Tutti chiusi in tante celleFanno a chi parla piu’ fortePer non dire che stelle e morte fan paura.Al caldo del sole, al mare scendeva,La bambina portoghese.Non c’eran parole, rumori soltanto,Come voci sorprese;Il mare soltanto e il suo primo bikini amarantoLe cose piu’ belle e la gioia del caldo alla pelle.Gli amici vicino sembravan sommersiDalla voce del mare;O sogni o visioni, qualcosa la preseE si mise a pensare.Senti’ che era un punto al limite di un continente,Senti’ che era un niente,L’Atlantico immenso di fronte;E in questo sentiva qualcosa di grandeChe non riusciva a capire, che non poteva intuire;Che avrebbe spiegato se avesse capitoLei e l’oceano infinito,Ma il caldo l’avvolse, si senti’ svanire,E si mise a dormire;E fu solo del sole, come di mani future,Restaron soltanto il mare e un bikini amaranto.E poi, e poi,Se ti scopri a ricordare, ti accorgeraiChe non te ne importa niente.E capirai che una sera o una stagioneSon come lampi, luci accese e dopo spenteE capirai che la vera ambiguita’E’ la vita che viviamo, il qualcosa che chiamiamoEsser uomini;E poi, e poi,Che quel vizio che ti uccidera’ non sara’ fumare o bereMa il qualcosa che ti porti dentroCioe’ vivereE poi, vivere, vivereE poi, poi, vivere.

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