Lo so: ci sono appena stato da queste parti, ma il Nord mi affascina e ci tornerei sempre. Non avevo giorni liberi ad Agosto ma dopo aver fatto due cambi, sono riuscito ad averne ben 7.

Ed eccomi qui, in questo Nord affascinante, libero, leggero e fresco. L’ho deciso all’inizio del mese. Avrei voluto andare su a Capo Nord ma con queste limitazioni del Covid non si riesce ad organizzare in maniera decente.

Sono partito da Linate e ritornerò nello stesso aeroporto. Giuro, questa volta è vero. Ho guardato tremila volte il biglietto prima della prenotazione e stamattina ho preso la 35 senza farmi venire dubbi esistenziali.

Chi vuoi che parta per Stoccolma il lunedì mattina? Non l’avessi mai detto!! Linate era pieno, trasudava di gente vacanziera. Persone, bambini, trolley ovunque, file interminabili, distanziamenti inesistenti, bolgia infernale. E io che avevo dato per morto e spacciato il “City Airport” di Milano. Invece ha fatto il trucco e il parrucco. Con materiali scadenti e carton gesso ovunque. Piastrelle di gres porcellanato di bassa qualità. Tutto bianco, sembra di essere alla fiera hospital. Hanno ingigantito il duty free shop. Un’accozzaglia di stili veramente brutto. Poi, girato l’angolo e lasciato alle spalle il luccichio dei negozi, mi sono ritrovato nell’aeroporto di Linate, quello da sempre conosciuto, con il rivestimento di linoleum nero, infissi verdi e banconi gialli.

Il viaggio della SAS è stato veloce, sbrigativo, senza intoppi. Nessuno ha osato chiedermi perché mai andassi in Svezia. Il certificato l’avevo mandato tempo prima ed era stato approvato. Per cui tanta ansia in meno. L’aereo pienissimo. Il personale di bordo, con una media di 65 anni, sembrava uscito direttamente dalla casa Prina. Un donnone, stile Rottermaien, boccoloso, truccato oltre l’eccesso, a noi sfigati seduti vicino alle uscite d’emergenza ha intimato di ascoltarla e ce lo ha detto con un tono minaccioso che non potevi non ascoltarla.

L’Arlanda International era un po’ dimesso, funzionava solo il terminal 5. Tutto il resto deserto come in una terra desolata… Al parcheggio della Hertz, ho sbagliato auto. Era certo una Volvo, ma la mia griginoverdecaccadipiccione. Quella su cui sono salito era nera e lucidissima. Mi è venuto il dubbio, ho chiamato il tipo della Rent a Car, gli chiedo dove si trovasse il parcheggio R27. Mi dice, mentre ero proprio sotto il cartello, che quella era la fila Q e che la R era proprio dietro di me. Ops. Grazie. Figura di merda. Salgo sulla Volvo giusta, comunque stellare anche questa, e parto sgasando verso sud. Addentrandomi nella perigliosa tangenziale ovest, imbottigliandomi nel traffico delle 18. Quanti rosari, ma Stoccolma da lontano, riconoscibilissima per il suo bellissimo municipio, risplendeva sotto la luce dorata del tramonto svedese…