Nel marasma infinito di turni, a quanto pare lecito, sono riuscito a ritagliarmi 5 giorni, incastrati tra uno smonto e un turno a Canterbury.

Sapete bene che, se fosse stato possibile, sarei andato su al Nord, su, su. Questi mesi sono spettacolari per tornare in Norvegia, uno Stato che non smetterò mai di desiderare.

Tuttavia, ho dovuto guardare in faccia alla realtà e alle norme restrittivissime del Covid.

Tra l’altro Mater si è convinta ad uscire dalla tana post segregazione coatta, non accadeva dal tempo del Vietnam.

Dove andare?

Sicuramente con l’auto non è che si potesse fare molto. Croazia, su qualche isoletta, ma ‘sto Covid è sempre in agguato e poi sono davvero tantissimi chilometri.

L’unica meta fattibile, a portata di auto, che non fosse soltanto il Tirolo Meridionale, era la Baviera con i castelli e i laghetti.

Ecco, detto fatto. A parte che sono impazzito a cercare un posto per dormire. Non c’era un albergo, uno che uno, che fosse libero. Ma tutta la zona che andava dal Lago di Costanza a Salisburgo era tutta piena.

Ho trovato questo albergo, non proprio a buon mercato, 200 euro a notte, in posto sperduto sulle prealpi bavaresi, in mezzo al nulla. Ho accettato perché altrimenti sarebbe saltato il viaggio. Ma sono incazzato. Puoi spendere tutti ‘sti soldi per stare in un posto simile a Cassina Rizzardi come a nullità…? Tanto per farvi capire.

Così mi sono arrampicato su per la Sfizzera che avevo ormai abbandonato dal 2013, rispettando pedissequamente i limiti, sfanculando a denti stretti, per quella velocità di crociera. Mi ricordo ai bei tempi quando la Sfizzera la facevi in un batter d’occhio, accellerando sul pedale. Non te ne accorgevi neanche ed era subito Germania.

Ci siamo fermati a Vaduz, di fatto un paesottino svizzero, ma con tanti soldi in più perché nel Liechtestein comanda un monarca, che ha la residenza in un castello arroccatissimo proprio sulla cittadina.

Mater si è mangiata un cono con su un chilo di gelato all’amarena e al malaga.

Jake era l’attrazione di turno. Vedere un gatto al guinzaglio è già di per sé un evento eccezionale, vederlo poi a Vaduz. La gente non credeva ai suoi occhi. Ein Katze sentivo in continuazione, o qualcosa del genere.

Poi mi sono orizzontalizzato lungo il corridoio del Tirolo passando da Innsbruck. Anche li mi sono trattenuto. Il kilometraggio medio era di 80 km, peggio della Sfizzera. Un fracco di cantieri nelle gallerie e sui ponti. Evidentemente qualcuno si strizza sotto.

E così dopo l’ennesima sosta all’autogrill per permettere che Jake snasasse le erbette alla Ricola delle aiuole, siamo arrivati alla terra promessa, oltre le cinque di sera. Io cottissimo. Mater pure. Jake era tutto ingrifato di stare in questo nulla.

E dopo essermi incazzato con quelli dell’albergo, secondo loro Mater era mia moglie, e dopo la spesa al Bennet, abbiamo fatto il periplo del laghetto, non chiedetemi il nome. Bello, molto bello. Ho rischiato di fare il bagno. Magari domani…

E per cena, vi ho solo postato il menu dei dolci perché le altre pietanze erano di funghi, cucinati in tutti i modi. Alla fine ho ripiegato per la cotoletta. E la crema bavarese ai frutti di bosco.

Notte.